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Crisi del settore auto: le proposte Aniasa per un rilancio post coronavirus

Con il pesante impatto della crisi del settore auto tutta la filiera automotive è coinvolta e paga pesantissimi segni negativi. I dati di marzo mostrano con drammatica evidenza l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle attività legate al panorama delle quattro ruote. Dalle drastiche perdite sulle vendite delle auto nuove, al quasi totale azzeramento delle nuove vetture a noleggio (-88%, dalle 57mila di marzo 2019 alle 7mila di marzo 2020). Le misure restrittive collegate al COVID-19 hanno drasticamente ridotto le attività del noleggio a breve termine e del car sharing . Oltre che bloccato le nuove immatricolazioni della flotta del lungo termine. Si sta palesando quanto già anticipato a febbraio da ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli. Serviranno interventi mirati e decisi. A riguardo è intervenuto il presidente ANIASA, Massimiliano Archiapatti, con tre proposte da affiancare a una efficace campagna promozionale per rilanciare il turismo nel nostro Paese.

Le proposte per ripartire dopo la crisi del settore auto

Il super-ammortamento, quando è stato utilizzato (2016-2017), ha generato benefici economici e finanziari per l’intera filiera dell’auto. Dai costruttori ai noleggiatori, ai concessionari, ai centri di assistenza e manutenzione. Oltre ad un positivo ritorno per le casse dell’Erario. L’aumento di immatricolazioni ha infatti prodotto maggiori entrate (IVA, imposte locali, diritti di motorizzazione), con un “ritorno sull’investimento” stimato intorno al 300%.

La tassazione sulle auto aziendali. Il nostro Paese ci vede ancora lontani dagli altri Paesi dell’UE. In Italia perdura, infatti, un regime in proroga sulla detraibilità dell’IVA ferma al 40%. Mentre in Germania, in Inghilterra e in Spagna si detrae il 100%. Un regime straordinario, il nostro, in vigore dal 2007 e prorogato sistematicamente ogni tre anni. Anche un aumento graduale, scaglionato nel tempo, produrrà benefici per l’Erario grazie all’aumento di immatricolazioni.

Estensione dell’Ecobonus. In Italia su un totale di circa 38 milioni di vetture circolanti, ben il 30% (oltre 11,5 milioni di auto) è pre Euro 4, quindi con più di 14 anni di età, con evidenti maggiori livelli di inquinamento.

Le finalità perseguite dalla norma sugli ecoincentivi previsti nella Legge di Bilancio per il 2019 hanno riguardato una fascia limitata del mercato nazionale. Nella fase economica che seguirà l’emergenza attuale è presumibile che la capacità di spesa e l’attitudine a investire somme consistenti sarà molto limitata.  

Considerando il costo minimo di un veicolo agevolabile (circa 25.000-38.000 euro) e quello medio di un’autovettura usata (12.000 euro), gli incentivi potrebbero essere estesi alle vetture con minori emissioni (EURO 6). Con tale misura si raggiungerebbero più facilmente quelle fasce di contribuenti con reddito medio-basso, che utilizzano proprio le vetture più “anziane”, quelle con motorizzazioni maggiormente inquinanti.

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