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Corbellati Missile: una hypercar da 500 Km orari

Corbellati Missile
Una hypercar stradale italiana tenterà di diventare l'auto più veloce del mondo. E' la Corbellati Missile, per la precisione, uno dei concept più curiosi esposti al Salone di Ginevra 2018.

Una hypercar stradale italiana tenterà di diventare l’auto più veloce del mondo. Ferrari? No. Lamborghini? Nemmeno. Pagani, Maserati, Alfa Romeo? Neanche. E’ una Corbellati. Corbellati Missile, per la precisione, uno dei concept più curiosi esposti al Salone di Ginevra 2018.

Corbellati Missile

Mai sentita, vero? Non siete i soli, anche perché non si tratta di una casa automobilistica, perlomeno non lo è mai stata fino ad ora. La Corbellati è una storica firma italiana dell’oreficeria; sede a Sanremo, produce gioielli da circa 70 anni. Ora i membri più giovani di questa famiglia, Achille e Demetrio, vogliono realizzare un loro sogno, creare un gioiello del tutto differente. L’obiettivo è a dir poco ambizioso: raggiungere con quest’auto la velocità record di 500 Km/h.

500 Km/h: è possibile?

Cerchiamo di collocare tale obiettivo in un adeguato quadro logico, per far capire quanto sia al limite del fantascientifico una tale impresa. Al giorno d’oggi i record di velocità per veicoli terrestri si dividono in diverse categorie.

Quella che detiene i record assoluti è composta da mezzi con motori a reazione e/o a razzo. Il primato attuale è stato stabilito nel 1997 dal britannico Thrust SSC, un oggetto (impossibile chiamarlo automobile) che ha superato il muro del suono (in linguaggio aeronautico Mach 1, pari a 1.019 Km/h), fermando i rilevatori a 1.223 Km/h.

Ma si trattava di un “coso” lungo più di 16 metri e largo quasi 4, pesante oltre 10 tonnellate; un enorme sigaro con un’ala rovesciata, al cui interno c’erano due motori Rolls-Royce (potenza 110.000 cavalli o 82 MW) derivati dal caccia F-4 Phantom II in versione britannica. Non per niente lo conduceva un pilota della RAF, Andy Green. Però questa tipologia non ci interessa.

Fa più al caso nostro invece un’altra categoria dei record di velocità, quella riservata alle automobili di produzione. Qui c’è il vincolo di un numero minimo di esemplari costruiti, ciò significa che devono essere sottoposti ai severi criteri di omologazione imposti dalle varie autorità internazionali (UE, USA, Giappone, eccetera).

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Automobili vere, dunque; altro dettaglio fondamentale: stradali, non da corsa. Qui il record di velocità attuale, ottenuto nel 2017, appartiene alla svedese Koenigsegg Agera RS con 444,6 Km/h. (tutte le info sul sito ufficiale)

Una sfida incredibile

Compiamo un’altra piccola ma importante digressione per capire meglio la portata di tale sfida. Oltre 120 Km/h le forze che più influiscono sul moto di un veicolo terrestre sono quelle aerodinamiche, a cominciare dalla resistenza (forza parallela e opposta alla direzione del veicolo): maggiore la velocità, maggiore la resistenza, maggiore la potenza necessaria per vincerla.

Oltre la soglia dei 300 Km/h, per ottenere ogni piccolo incremento di velocità serve un enorme e sempre più elevato aumento della potenza. Ma non è tutto, c’è un altro grosso problema da risolvere che prende il nome di portanza (forza aerodinamica perpendicolare alla direzione del veicolo).

Durante la marcia, l’aria passa sia sopra che sotto il veicolo. Maggiore è la velocità, maggiore sarà la forza con cui l’aria “soffia” contro il veicolo, spingendolo da sopra e da sotto. In determinate condizioni, dipendenti da velocità e forma del veicolo, la pressione dell’aria che passa sotto il veicolo può diventare superiore a quella che passa sopra. In quel momento il veicolo perde il contatto col suolo, letteralmente decolla.

Ottimo se si tratta di un aeroplano, catastrofico se è invece un’automobile. L’auto ha bisogno della condizione opposta, chiamata deportanza: la forza aerodinamica deve spingere verso il basso; perché accada, la pressione dell’aria che circola sotto il veicolo deve essere inferiore a quella che circola sopra.

Quindi alettoni, splitter anteriori, estrattori posteriori, minigonne laterali e altre mille appendici che vediamo sulle auto stradali più sportive e specialmente su quelle da corsa: tutto questo serve a dirigere il tremendo flusso d’aria incontrato dalla vettura in modo che la tenga schiacciata a terra. Lo si fa ottenendo quella differenza di pressione sopra descritta, altrimenti chiamata effetto suolo. Nulla di nuovo.

Altrettanto importante però è la controindicazione: aggiungere appendici aerodinamiche aumenta la stabilità della vettura ma incrementa anche la resistenza all’aria, quindi per mantenere la stessa velocità si deve ulteriormente aumentare la potenza con tutta una serie di problemi aggiuntivi. Questo per dire che raggiungere 500 Km/h su un’auto più o meno tradizionale è un’impresa al di là del titanico. E non abbiamo nemmeno accennato alle difficoltà di produrre pneumatici stradali adeguati a sopportare tutta quella forza.

Come arrivare a una velocità del genere?

Come ci si propone allora di far raggiungere tale velocità alla Corbellati Missile? Intanto le poche specifiche tecniche finora comunicate ci dicono che gli ingegneri hanno scelto una soluzione molto classica: niente assistenze elettriche, solo un motore alimentato con la cara, vecchia benzina. E’ costruito dalla Mercury, azienda americana specializzata in motori marini; scelta indovinata, date le potenze in gioco.

Sì, perché qui abbiamo un V8 biturbo dal volume di ben 9 litri, cioè una cilindrata di 9.000 centimetri cubici (“No replacement for displacement”, amano dire i motoristi americani: non c’è niente di meglio della cilindrata). C’è poco da fare, le dimensioni contano. Perché qui abbiamo la bellezza di 1.800 cavalli e una quasi assurda coppia motrice di 2.350 Newton metri, erogata a partire da 750 giri.

Il compito di costruire una trasmissione capace di sopravvivere a questa forza colossale è stato affidato alla Graziano Trasmissioni, azienda torinese, che ha scelto anch’essa una soluzione molto tradizionale: cambio manuale a 6 marce e trazione alle sole ruote posteriori. Per contenere le masse, la monoscocca è in fibra di carbonio, peso complessivo della vettura comunicato in 1.500 Kg.

Il design

Di classico la Corbellati Missile non ha solo lo schema meccanico. Il design sembra tratto pari pari dalle migliori sportive italiane degli anni Sessanta. E’ semplicemente bellissima. Sono molte le affinità stilistiche con mostri sacri come Ferrari 330 P4 o Alfa Romeo 33 Stradale. Andate a ripescare le foto d’epoca per confrontarle. Da un punto di vista aerodinamico la Corbellati Missile desta stupore per l’approccio minimalistico.

Infatti l’effetto suolo viene affidato quasi integralmente al fondo piatto carenato e al più che imponente estrattore posteriore, decisamente racing. Mentre per gli altrettanto enormi problemi di gestione del calore per potenze così elevate immaginiamo, anzi speriamo, che siano sufficienti le minuscole prese d’aria laterali e la coda traforata che lascia il motore essenzialmente a vista.

L’obiettivo produttivo della Corbellati Missile è di costruire una serie di 10 “missili” all’anno, non si sa a partire da quando. Si presume, a livello di voci, un prezzo intorno ai due milioni di euro. Non è certa nemmeno la data in cui verrà tentato l’assalto alla barriera dei 500 Km/h. Sembra nel 2019. L’unico luogo al mondo in cui è possibile farlo è il lago salato di Bonneville, nello Utah, teatro di tutti i record assoluti negli ultimi decenni.

[Photo sito Corbellati]

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