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L’auto del futuro: ne parliamo con Marco Guarna di euro engineering Italia

Euro Engineering Italia
L'auto del futuro è già tra noi? Il futuro è elettrico? Noi di Stylology.it ne abbiamo parlato con Marco Guarda, AD di euro engineering Italia.

L’auto del futuro è già tra noi? L’ibrido ci sta portando verso la consapevolezza di un futuro elettrico? La guida autonoma non è più utopia? Sono tutte domande che ci poniamo sempre più spesso. Noi di Stylology.it ne abbiamo parlato con Marco Guarna, AD di euro engineering Italia, Managing Director di Modis Italia, a margine del Mashable Social Media Day che si è tenuto a Milano. Marco Guarna, che fa anche parte del Comitato Direttivo del gruppo Adecco Italia, ci ha aiutato a fare il punto della situazione sui cambiamenti del mondo automotive.

Chi è Euro Engineering?

“euro engineering è la società di consulenza ingegneristica nata in Germania nel 1994 e presente dal 2012 anche in Francia e in Italia. Con più di 3.000 dipendenti, ogni giorno lavora a fianco dei clienti per creare con loro soluzioni innovative che si adattino alle singole esigenze.

“L’obiettivo di euro engineering è garantire standard di eccellenza in ogni situazione. Oggi in Europa conta un network di 56 filiali e 4 Centri di Competenza dove team di ingegneri sviluppano all’interno dei nostri laboratori progetti di ricerca e sviluppo nei settori Automotive, Automazione e Robotica, Tecnologia ferroviaria, Veicoli commerciali e Costruzione di impianti chimici”.

L’auto del futuro come sarà?

“I segmenti tecnologici più dinamici nell’innovazione nell’automotive sono i seguenti: sistemi automatici di guida, motori ibridi/ motori elettrici, veicoli connessi, infotainment, cyber security”.

“Tutti i grandi car maker hanno specifici programmi, linee di investimento e piani di ricerca su ognuno di questi temi (ad esempio General Motors OnStar project, FCA U-Connect, BMW i-car etc.), così anche i 1-tier supplier: per esempio, in Italia, Brembo, Pirelli, Magneti Marelli. Il fenomeno, invece, dei car maker nativi digitali, nativi elettrici è poco rilevante e (escluso il caso Tesla) limitato a specifiche nicchie di settore. In linea generale, gli OEM sono ora sotto pressione per rendere al più presto questi progetti profittevoli e efficaci nell’influire sui comportamenti di acquisto”.

“Diverse partnership sono state annunciate potenzialmente in grado di cambiare gli equilibri di mercato: Volvo/MS, GM/IBM per l’impiego del cognitive computing Watson nell’auto, FCA/Google, le non confermate trattative tra Apple a McLaren. Progetti pluriennali e con budget miliardari ci sono pure per rendere i tech player in grado di produrre le loro automobili su scala industriale. L’oggetto automobile, tuttavia, con i suoi oltre 50.000 pezzi, resta oggi ancora impossibile da semplificare in un computer con le ruote”.

“Altri grandi player che sono entrati in maniera importante nel mercato dell’automotive sono gli operatori telefonici (Vodafone, Orange….) che di fatto abilitano le comunicazioni sulle auto connesse, le Assicurazioni (AXA, Generali….), interessate alle possibilità di previsione del rischio derivanti da una analisi puntuale del comportamento del guidatore ed anche dalla possibilità di costruire polizze flessibili e su misura ed infine l’industria dell’entretainment che vede nuove possibilità di ingaggiare gli utenti in mobilità”.

Se sarà tutto “automatico” esisterà ancora il piacere di guida?

“Ritengo che, laddove rimanga alta la domanda per un prodotto sportivo, che restituisca un’esperienza di guida coinvolgente, esclusiva, che mantenga il pilota come protagonista, il car maker continuerà a proporre automobili con queste caratteristiche, dove, però, i vari sistemi di guida automatica possano essere abilitati o disabilitati con specifici comandi”.

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Andrà studiato un codice della strada universale?

“In realtà gli orizzonti che si delineano per il futuro dell’auto sembrano prospettare una maggiore sicurezza e dare meno rilevanza al codice della strada visto che di fatto potrebbe non esserci più un guidatore che dovrà conoscere le regole di circolazione dei veicoli. Diventerà più probabilmente necessario piuttosto un codice che regolamenti la raccolta dei dati delle automobili”.

I pedoni dovranno abituarsi al silenzio dei motori elettrici? In che modo?

“La circolazione diventerà certamente silenziosa ma più sicura, anche per i pedoni. Non è detto che qualche modello di auto non avrà come optional la possibilità di ricreare il rumore del motore per venire incontro ai nostalgici”.

Niente ingorghi, niente traffico, ma milioni di dati da utilizzare: usarli in modo corretto, ma come?

“Anzitutto sono in buona parte ancora da affrontare le tematiche relative alla proprietà del dato, sia al livello regolatorio che di modello di business. Evidentemente, ci sono in campo diversi attori (car marker, telco, assicurazioni…) potenzialmente titolati ed interessati al data lake generato”.

“Ciò stabilito, devono essere istituiti livelli ottimali di security: noi stiamo lavorando sulla sicurezza delle reti di sensori wireless, su schede elettroniche specificatamente progettate per proteggere le informazioni generate dal veicolo e che raggiungono il veicolo dalla rete”.

Ora non ci resta che aspettare. E vedere come si evolverà (e con quali tempistiche) il mondo automotive.

[Photo free by Pixabay]

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