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Carosello: le origini della televisione commerciale

Carosello
La storia del Carosello: scomparso dagli schermi del Belpaese per la trasformazione del mercato commerciale italiano e del pubblico stesso.

A partire dal 1957, mamma Rai apre le porte alla televisione commerciale: in questo contesto ha inizio la storia di Carosello, un format appositamente sviluppato per intrattenere un pubblico giovane attraverso storie e cartoni animati presentati sotto forma di “spettacolo pubblicitario”, cui aderiscono le maggiori società di quel tempo. La prima messa in onda è datata 3 febbraio 1957.

Il programma è prevalentemente strutturato con un “pezzo” della durata di un minuto e 45 secondi, rigidamente separato e distinguibile dal “codino” promozionale di trenta secondi: questo particolare passaggio avviene sempre in seguito ad una frase-chiave pronunciata dal protagonista del racconto, ed il prodotto è nominato esclusivamente durante la fase finale. (Wikipedia)

Il signor Veneranda apre il sipario di Carosello

Ogni Carosello è sostanzialmente basato su un concetto teatrale, che consiste nell’apertura di un sipario con accompagnamento di una sorta di fanfara: Le avventure del signor Veneranda (per Brandy Stock 84) è il primo e storico corto trasmesso in assoluto nel corso del programma, ed è interpretato dagli indimenticabili Erminio Macario e Giulio Marchetti.

“Shell” (con Giovanni Canestrini), “l’Oréal” (Un personaggio per voi, Mike Bongiorno), “Singer” (Quadrante alla moda, Mario Carotenuto) e “Cynar” (con Carlo Campanini e Tino Bianchi), sono i successivi sketch mostrati a partire dalla prima puntata e vengono seguiti da numerose scene e personaggi divenuti celebri negli anni, come “Susanna Tuttapanna”, il mitico “Calimero”, “Caballero e Carmencita”, “Topo Gigio”, “Papalla” e la “Mucca Carolina”.

Evoluzione di Carosello e fine di un’era

Durante i primi anni del format, vanno in onda sempre e solo quattro spettacoli per ogni puntata e la pubblicizzazione di un dato prodotto segue un ciclo di quattro puntate con cadenza settimanale. Dal 1960 in poi, i pezzi diventano cinque; mentre dall’autunno del 1974 fino all’estate del 76’, i caroselli serali raggiungono quota sei.

L’ultimo “storico” Carosello, una fra le trasmissioni più amate e tipico appuntamento della famiglia italiana, va in onda nel giorno di capodanno del 1977, con “Stock 84” (Superspettacolo di Capodanno, annuncio di commiato da parte di Raffaella Carrà), “BTicino”, “Amaro Ramazzotti”, “Tè Ati” (con Ermanno Olmi) e “Dual Blu gibaud”.

Il ritorno sugli schermi RAI

Carosello scompare dagli schermi del Belpaese a causa di numerosi motivi, tra cui la trasformazione del mercato commerciale italiano e del pubblico stesso, le ditte minori che non possono permettersi di sottostare a certi costi per emergere e i prodotti della crescente globalizzazione, bisognosi di un’immagine standardizzata nei diversi paesi.

Dopo esser stato sostituito da “I bumper dello Spazio F”, Carosello fa ritorno (in versione Reloaded e in via sperimentale) a partire dal 2013: è caratterizzato da una durata massima di 210 secondi e composto da tre spot, con sigla mantenuta ma rivisitata in chiave moderna.

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