Microsoft ha deciso, in via ufficiale, di mandare in pensione Internet Explorer, il suo storico browser. Dopo 27 anni di più o meno onorato servizio, il browser web non sarà più supportato e si fermerà alla versione 11. IE, come veniva chiamato, continuerà a vivere su vecchissimi computer che ancora riescono a farlo funzionare mentre Edge, l’attuale browser di Microsoft, conserverà la modalità Internet Explorer per far sì che gli utenti possano continuare a utilizzare applicazioni in grado di girare solo su quel browser. Insomma, i tempi per trovare soluzioni alternative, almeno in questi casi limite, ci saranno.
Il browser di casa Microsoft fa la sua apparizione sul mercato nel 1995. Sono i tempi in cui il sistema operativo Microsoft è installato, di default, sulla maggior parte dei computer venduti. Internet Explorer è, in definitiva, il browser web su cui molti adulti di oggi hanno iniziato la propria avventura sul web. Nel corso degli anni, proprio grazie a questa caratteristica, Explorer arriva a guadagnarsi il 90% della fetta di mercato ma per Microsoft arrivano anche le accuse di abuso di posizione dominante dall’Unione europea. Queste accuse, unite al fatto che nel frattempo arrivano altri browser (Mozilla Firefox e Google Chrome su tutti), fanno sì che gradualmente IE perda utenti, fino ad arrivare al solo 2% di mercato.
Internet Explorer non è riuscito a sopravvivere all’arrivo di Firefox, Chrome e Safari poiché, a differenza di questi ultimi, non ha saputo stare al passo con i tempi e con le esigenze degli utenti e di un panorama tech che mutava velocemente. Nel corso del tempo, Internet Explorer è diventato il browser dei bug, dei problemi di sicurezza. Explorer è diventato soprattutto il “browser lento”. Il suo successore, Edge, non ha avuto migliore fortuna visto che detiene, attualmente, solo il 6% del mercato. Google Chrome, da questo punto di vista, sembra davvero inarrivabile, con la sua quota del 77%.
La fama di browser lento di Internet Explorer è così diventata motivo di ironia sui social, in particolare su alcuni account che ne prendono in giro proprio la lentezza. Non sorprende, dunque, la decisione di Microsoft di farlo uscire definitivamente da un mercato che ormai non gli apparteneva più da diversi anni.
L’aspetto curioso della vicenda, oggi, riguarda il fatto che anni fa, accanto alle accuse di abuso di posizione dominante da parte dell’Ue, c’erano anche le accuse mosse da Google, proprio in tal senso. Quella stessa Google che oggi domina incontrastata il mercato, con il suo browser Chrome, con i suoi strumenti, con il suo potere di decidere le sorti della visibilità online e delle notizie. In realtà la guerra tra Microsoft e Google è ormai decennale e le accuse reciproche non sono praticamente mai cessate.
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