Con il diffondersi nell’ultimo decennio dei social network, le più famose piattaforme quali Twitter, Facebook e Instagram hanno avuto non pochi problemi nel dover gestire i milioni di account presenti. Sia in termini di moderazione sui contenuti, sia sulle policy legate ad essi. E in questo contesto di azioni dedite al controllo degli utenti e delle loro pubblicazioni il termine Shadow ban ha cavalcato la sua notorietà. Questo perché?
Perché a livello tecnico, il termine “Shadow ban” (ban ombra) viene utilizzato per riferirsi all’azione di escludere un utente da una comunità online. Si tratta quindi di una scelta messa in atto da un moderatore, che decide, per qualche motivo, di escludere una persona da un determinato “gruppo”. L’account coinvolto non sparisce e i suoi contenuti continuano a rimanere visibili, ma vengono imposte alcune limitazioni. La caratteristica peculiare di uno Shadow ban è il fatto che non viene inviata alcuna notifica all’utente coinvolto. Questo significa che una persona potrebbe non accorgersi di aver subito un “trattamento” di questo tipo.
In sostanza il proprietario del profilo colpito dalla penalizzazione non si rende assolutamente conto di nulla. L’utente continua a vedere le sue pubblicazioni senza sapere che non sono più visibili ai propri follower e alla community. Questa limitazione può durare per un periodo di tempo variabile, solitamente di circa due settimane: in questo periodo di 14 giorni, l’account viene “osservato” per valutare se si è coinvolti in attività sospette o problematiche. Il periodo di Shadow ban può però durare anche soltanto pochi giorni.
Insomma, un problema piuttosto importante per una persona ad esempio legata al mondo dell’Influencer Marketing. Stando alle varie teorie che circolano sul Web, lo Shadow ban colpirebbe gli utenti che utilizzano troppi hashtag o sfruttano metodi un po’ “aggressivi” per ottenere più follower possibili.
In particolare l’argomento Shadow ban ha avuto come protagonista più assiduo il social network di condivisione di foto più famoso della rete. Parliamo di Instagram. E lo Shadow ban su Instagram è diventato un vero e proprio spauraccio. Soprattutto per gli account business. Quelli che con Instagram monetizzano. Secondo le varie teorie che girano online, lo Shadow ban riguarderebbe la limitazione della diffusione dei contenuti di un account. Ad esempio, un account potrebbe non risultare più visibile nella pagina di ricerca o degli hashtag del social network o potrebbe non comparire più nei feed delle persone che lo seguono. Questo comporterebbe un crollo dell’engagement di quel profilo e tutto ciò che ne deriva. Guadagni più bassi, popolarità ridotta, impossibilità di raggiungere il proprio pubblico nella sua interezza.
Come già anticipato queste azioni inibitorie (Shadow ban) vengono messe in atto per difendersi da azioni scorrette e contrarie alle norme della piattaforma.
Ad esempio, spesso determinati “hashtag sensibili” vengono inondati da immagini violente o pornografiche oppure i post vengono commentati in maniera automatizzata da software creati appositamente per questo scopo (magari da utenti neanche reali).
La funzione di Shadow ban limita dunque la visibilità di chi compie pratiche scorrette sulla piattaforma per un periodo di tempo limitato, mediante il quale Instagram ha la possibilità di valutare l’effettiva fondatezza di pratiche scorrette compiute dall’account e prendere decisioni definitive (rimuovendo la penalità o chiudendo definitivamente l’account).
Quindi la risposta a questo quesito in realtà è abbastanza scontata. Evitare azioni non conformi alle norme del social network. In particolare per Instagram ad esempio sono buone regole:
Se si sospetta di essere finiti in Shadow ban con il proprio account le uniche soluzioni sono:
Il consiglio, in generale, e, soprattutto, per chi ha profili aziendali su Instagram, è di evitare tutte quelle operazioni che possono suonare controproducenti come esagerare nell’aumentare engagement e seguaci su Instagram. Un buon rimedio in tal senso potrebbe essere quello di tornare da un account aziendale (business) ad un account personale. Si tratta di un processo assolutamente reversibile, in quanto si potrà tornare al profilo aziendale quando lo si vorrà. Di fatto però si perderanno gli insights di Instagram ed anche le eventuali promozioni in corso saranno annullate.
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