La storia della nuova Mini giunge ai 20 anni di storia. Un fenomeno nato con l’acquisizione da parte di Bmw dell’80% del Gruppo Rover dalla British Aerospace (BAe) nel gennaio del 1994. Anno in cui fu dato il via allo sviluppo della seconda generazione della Mini. Ed era a cavallo di settembre-ottobre del 2000 al Salone di Parigi il momento in cui fece la sua prima apparizione la nuova Mini. Quella dell’era moderna. Che abbandonava gli stilemi della Mini classica, la cui produzione è stata interrotta dopo 41 anni, inaugurando la seconda vita del tradizionale marchio britannico, grazie al rilancio sotto l’egida del gruppo Bmw e la presentazione dei modelli Mini One e Mini Cooper.
Accanto a dettagli stilistici ‘obbligatori’ come gli sbalzi corti, i fari rotondi e la griglia del radiatore esagonale, una priorità assoluta per i progettisti fu allora il trasferimento dell’idea alla base della Mini classica all’era moderna dell’automobile. La Mini moderna doveva essere unica, offrire spazio per quattro persone e un comodo bagagliaio, fornire un’esperienza di viaggio efficiente e generare entusiasmo con caratteristiche di guida non comparabili con nessun altro modello della sua categoria. E ancora una volta, il risultato fu una nuova e rivoluzionaria vettura di piccole dimensioni, adattata alle esigenze degli Anni 2000 in tutti gli aspetti, e questa volta sviluppata e prodotta per soddisfare tutti i parametri di qualità di un marchio premium.
La vendita della piccola premium nel Regno Unito è iniziata il 7 luglio 2001 e il lancio sul mercato in Germania è stato celebrato due mesi dopo. Contemporaneamente, per poter soddisfare le numerose richieste, è stato introdotto per la prima volta un turno di fine settimana presso lo stabilimento Mini di Oxford. Eppure il trionfo globale era appena iniziato. In Giappone, dove la Mini classica aveva un’ampia comunità di fan, anche la seconda generazione ha riscontrato un enorme interesse. Il lancio delle vendite nel mercato giapponese è avvenuto il 2 marzo 2002 perché questa data è pronunciata “MI-NI” in giapponese. Infine, il 22 marzo 2002 è arrivato il turno degli Stati Uniti, dove i concessionari avevano già registrato ordini per 20.000 auto.
Fin dal principio, sono state offerte numerose soluzioni per rendere ogni modello ancora più personale. La diversità e l’aspetto premium degli interni erano il risultato di una vasta gamma di caratteristiche, tra cui sedili e tappezzeria, finiture interne e volanti in molte versioni, insieme a moderne opzioni di equipaggiamento come il climatizzatore automatico, i sedili riscaldati, il tetto panoramico e la navigazione. Il programma di accessori Mini originale comprendeva fari ausiliari, fanali posteriori bianchi, un pacchetto aerodinamico, una gamma di finiture per il tetto, nonché strumenti aggiuntivi e persino un telefono per auto.
Nel 2003, un motore diesel è stato lanciato nella seconda generazione, seguito dal lancio della versione Cabrio l’anno successivo. La terza generazione, lanciata nel 2006, offriva una gamma di modelli ancora più ampia con l’aggiunta della Clubman, della Coupé e della Roadster. Non molto tempo dopo, il marchio è riuscito a entrare nel segmento delle compatte premium dove oggi la Mini Countryman e la nuova Mini Clubman trasportano il tipico feeling go-kart. Ulteriori clienti e fan sono stati conquistati con la quarta generazione della Mini 5 porte. Nel corso di 20 anni, la Mini è diventata notevolmente più matura, ma il suo carattere rimane ancora inimitabile.
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