Acronimo
Sentiamo spesso nominare gli acronimi (in giro per il web o per strada), ma cosa sappiamo veramente? Sappiamo di cosa si tratta? Quando si parla acronimo (detto anche inizialismo), si indica una tipologia di nome composta da una o più parole abbreviate in sigle, lettere (inziali e finali) e sillabe (iniziali e finali).
Come accennato in precedenza, gli acronimi sono spesso composti da sigle pronunciati senza distacchi vocali tra le lettere (FIFA, ONU, ad esempio); sigle che non rappresentano acronimi invece, sono abbreviazioni di parole cui il distacco vocale di pronuncia è inevitabile (ad esempio FIGC, “fi – gi – ci”).
Oltre al normale acronimo, figura una tipologia detta “ricorsiva”: un acronimo ricorsivo, è un acronimo contenente sé stesso all’interno del discorso; è utilizzato sopratutto in ambito informatico (es. Linux Is Not Unix, PHP: Hypertext Preprocessor).
L’acrostico è un componimento in cui lettere e/o sillabe di ciascun verso, formano un nome o una frase di senso compiuto. I primi esempi storici, ricollegano l’utilizzo degli acrostici alle sacre scritture babilonesi, ma anche ellenici e profeti biblici, hanno permesso la diffusione di questo fenomeno linguistico: gli antichi acrostici grechi, risalgono infatti ad Arato di Soli e Nicandro; nella bibbia, il profeta Geremia li utilizza ne il “Libro delle Lamentazioni”.
“Viva V.E.R.D.I.” è uno degli acrostici storici più celebri di sempre: si narra che patrioti italiani avrebbero composto questa frase in onore di Vittorio Emanuele (Viva V.E.R.D.I.= Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia). Uno dei più recenti (secondo Wikipedia), risale alla Prima (e seconda) Guerra del Golfo: la parola” B.U.S.H.” non rappresenterebbe infatti l’ex presidente degli Stati Uniti, ma bensì “Bisogna Uccidere Saddam Hussein”.
Distinta da esso, ma nata per esprimere un concetto: a differenza di un acronimo, non realizza nuove composizioni, ma rappresenta in maniera diversa la parola stessa.
Come riportato in un post molto popolare di Stylology, sui social network (ed internet in generale), circolano diverse tipologie di acronimi largamente utilizzati dai giovani, per esprimere un concetto e/o un opinione. Tra gli acronimi “del web” più conosciuti figurano: LOL (laughing out loud, che esprime una risata), WTF (what the fuck = incredulità), ROTFL (Rolling On The Floor Laughing = una forte risata), OMG (Oh my god = incredulità).
[Photo free by Pixabay – L’acronimo DIY: Do It Yourself. Cioè: fai da te]
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