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Galileo Galilei: una mente geniale in esilio

Galileo Galilei
Un uomo che ha cambiato la storia: Galileo Galilei nasce il 15 febbraio del 1564 a Pisa. Nessuno gli credeva. E' morto in esilio.

Galileo Galilei nasce il 15 febbraio del 1564 a Pisa. Primogenito dei sette figli di Vincenzo e Giulia Ammanati, cresce e studia a Firenze prima di iscriversi all’Università di Pisa per dedicarsi alla medicina e, in contemporanea, alla matematica e scoprire l’isocronismo delle oscillazioni del pendolo. Ritornato nel capoluogo toscano, Galilei si occupa anche di meccanica ed idraulica prima di risolvere il problema della corona di Erone con uno strumento per la determinazione idrostatica del peso specifico dei corpi e impartire lezioni private. Nel 1588 Galileo espone due lezioni circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante, rivolgendosi inoltre all’allora influente amico Guidobaldo Del Monte per intraprendere ufficialmente la carriera di docente universitario. Dopo aver stipulato un contratto triennale per lavorare a Pisa, il matematico è costretto a farsi carico della propria famiglia (per via della morte del padre) e provvedere alle spese matrimoniali della sorella Virginia.

Galileo Galilei: Lo studio di Padova e le scoperte astronomiche

Il 7 dicembre del 1592 Galilei entra a far parte del prestigioso Studio di Padova, ove rimarrà ad insegnare per oltre diciotto anni: durante quel periodo il toscano intrattiene rapporti cordiali con personalità di orientamento filosofico e scientifico diverso dal suo, oltre a frequentare circoli colti e stringere amicizia con Giovanfrancesco Sagredo e Paolo Sarpi. L’osservazione della cosiddetta Supernova di Keplero crea sconcerto e meraviglia nella società di quel tempo: Galilei ne approfitta divenendo astrologo (per breve tempo) e spacciando il brevetto del cannocchiale per suo, dimostrando agli intellettuali la veridicità della Teoria di Copernico. Nel corso del 1609 esso acquisisce inoltre preziose informazioni sui monti lunari e sulla composizione della Via Lattea, oltre a rendere nota la scoperta dei quattro maggiori satelliti di Giove e diviene (poco tempo dopo) docente “fuori sede” a Firenze. Il 29 marzo del 1611, Galileo Galilei si reca a Roma per presentare le proprie rivelazioni al Collegio Romano, una delle maggiori autorità in campo scientifico del tempo: è accolto da Papa Paolo V, dal principe Federico Cesi e dai cardinali Francesco Maria Del Monte e Maffeo Barberini, tuttavia la propria illuminazione inizia a suscitare resistenze e sospetti nei suoi confronti. Le successive scoperte astronomiche avvalorano la teoria eliocentrica: l’esistenza delle fasi di Venere e Mercurio sancisce il moto dei pianeti intorno al Sole. (Wikipedia)

Processo per eresia, esilio e morte

Il frate domenicano Tommaso Caccini denuncia pubblicamente Galileo con l’accusa di contraddire le Sacre Scritture con concezioni astronomiche ispirate alle teorie copernicane: di conseguenza, il 25 febbraio del 1616, lo scienziato è convocato dal papa (tramite il cardinale Bellarmino) per essere ammonito e per abbandonare la suddetta opinione. In seguito alla pubblicazione de “Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, Galilei è richiamato a Roma per rispondere dell’accusa di eresia: il processo ha inizio il 12 aprile del 1933 e si conclude il 22 dello stesso anno con imposta abiura e condanna al “carcere formale ad arbitrio nostro” e “pena salutare” della recita settimanale dei sette salmi penitenziari per tre anni. Galileo Galilei muore l’8 gennaio del 1642 nella sua villa di Arcetri, luogo in cui è confinato in esilio.

[Photo by Stylology]

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