Freezer, la regola dei -18 °C | C’è un’indicazione specifica per tenere al meglio il cibo: l’errore che rovina i surgelati (e la salute)

Freezer

Freezer (pexels) - Stylology

La sicurezza dei cibi congelati si gioca tutta su un numero: -18 °C. Il Ministero della Salute lo indica come limite minimo per conservare gli alimenti in modo sicuro, senza alterazioni né rischi per la salute.

Il freddo è il metodo più efficace per rallentare la proliferazione dei microrganismi e preservare la qualità degli alimenti, ma solo se la temperatura resta costante e sufficientemente bassa. Secondo le linee guida del Ministero della Salute, i freezer domestici devono mantenere almeno -18 °C per garantire la corretta conservazione dei cibi surgelati o congelati in casa. Superare questa soglia, anche di pochi gradi, significa accelerare i processi di deterioramento e ridurre drasticamente i tempi di conservazione.

Non tutti i freezer sono uguali: i modelli più datati o le combinazioni frigo-freezer a una sola serpentina possono avere oscillazioni importanti di temperatura. Per questo è consigliato usare un termometro interno o controllare che sul display sia impostata la soglia corretta. I moderni sistemi “no frost” aiutano a evitare la formazione di brina e mantengono il freddo uniforme, ma non sostituiscono le buone pratiche di gestione.

Quanto dura il cibo nel freezer: le linee guida ufficiali

Secondo il Ministero della Salute, anche a -18 °C ogni alimento ha un tempo massimo di conservazione oltre il quale la qualità inizia a calare. Carne e pesce possono restare in freezer da tre a dodici mesi, a seconda del tipo: fino a 9 mesi per carni bovine, 6 per pollame e pesce magro, solo 3 per preparazioni cotte o piatti pronti. Verdure e frutta surgelate mantengono colore e sapore per 8-10 mesi, mentre il pane e i prodotti da forno vanno consumati entro 2-3 mesi per evitare la perdita di fragranza. I dolci con crema o panna, invece, non dovrebbero superare un mese di conservazione.

Le etichette dei prodotti surgelati industriali riportano sempre la data di scadenza, calcolata proprio a -18 °C. Se il freezer domestico è meno potente (una o due stelle, corrispondenti a -6 °C o -12 °C), i tempi si riducono drasticamente e il prodotto deve essere consumato entro pochi giorni. Ogni apertura dello sportello comporta un aumento della temperatura interna, perciò è importante evitare di lasciarlo aperto a lungo e non stipare eccessivamente i ripiani, che devono permettere la circolazione dell’aria fredda.

L’errore che rovina i surgelati

Il peggior nemico dei cibi congelati è l’altalena termica. Quando la temperatura sale sopra i -18 °C e poi scende di nuovo, si formano cristalli di ghiaccio più grandi che alterano la struttura degli alimenti e li disidratano. Il fenomeno è noto come “bruciatura da freddo”: si riconosce dalle macchie grigiastre o secche sulla superficie di carne, pesce o verdure. Non è pericoloso per la salute, ma compromette gusto e consistenza. Per evitarlo, conviene sigillare bene i cibi in sacchetti o contenitori adatti, rimuovendo l’aria e datando ogni confezione.

Un altro errore comune è ricongelare alimenti già scongelati. Il Ministero della Salute lo sconsiglia tassativamente: lo scongelamento interrompe la catena del freddo e favorisce la crescita microbica. Se il cibo è stato cotto dopo lo scongelamento, può invece essere ricongelato in sicurezza. Anche lo scongelamento deve avvenire correttamente, sempre in frigorifero o con cottura diretta, mai a temperatura ambiente.

Mantenere costante la temperatura, organizzare il freezer con ordine e rispettare i tempi consigliati sono gesti semplici che preservano qualità e salute. Perché a -18 °C non si ferma solo il tempo: si conserva la sicurezza alimentare di tutta la casa.