L’albero che si vede dallo spazio | Gubbio accende il suo gigante verde da record del mondo: il momento più atteso ha già una data fissata

Alberto di Natale

Alberto di Natale (Pexels) - Stylology

Quando le luci del Monte Ingino si accendono, Gubbio si trasforma: l’albero di Natale più grande del mondo torna a brillare il 7 dicembre, in una cerimonia che unisce tradizione, fede e orgoglio cittadino.

Ogni anno, alle porte delle festività, la città umbra si prepara a uno spettacolo che non conosce confini. L’Albero di Gubbio, disegnato da centinaia di punti luminosi che salgono lungo il pendio del Monte Ingino, è un simbolo ormai entrato nella storia italiana e riconosciuto persino dallo spazio. La sua figura, visibile anche dai satelliti, unisce innovazione tecnica e sentimento collettivo. Dietro ogni luce ci sono volontari, tecnici e cittadini che lavorano mesi per far risplendere quella sagoma verde che domina la valle.

Secondo il Comune di Gubbio, promotore dell’iniziativa insieme al Comitato dell’Albero, la cerimonia di accensione è uno dei momenti più sentiti dell’anno. La tradizione vuole che, al calare della sera del 7 dicembre, l’intera città si raccolga in piazza per contare i secondi che separano il buio dalla magia. Ogni edizione è dedicata a un valore o a un messaggio di speranza, con un “accenditore d’onore” scelto per la sua testimonianza civile o umana. Un gesto simbolico che illumina non solo il monte, ma anche lo spirito della comunità.

Come nasce un gigante di luci e di cuore

L’Albero di Gubbio non è un albero vero, ma un’opera di ingegneria luminosa nata nel 1981 dall’idea di un gruppo di appassionati. Oggi conta oltre 700 corpi luminosi, distribuiti su una superficie di più di 130.000 metri quadrati. La stella che brilla in cima, posta a ridosso della Basilica di Sant’Ubaldo, misura più di 1.000 metri quadrati e contiene decine di lampade. Tutto il sistema è alimentato da fonti rinnovabili e gestito da un impianto informatizzato che consente di regolare intensità e colori.

Ogni anno i volontari iniziano i lavori già in autunno, arrampicandosi lungo i sentieri del monte per posizionare cavi e lampade. L’installazione segue procedure di sicurezza rigorose e viene verificata prima dell’accensione ufficiale. Dietro la magia, c’è un lavoro collettivo che unisce generazioni diverse e che racconta un modo autentico di vivere la festa. L’albero rimane acceso fino all’inizio di gennaio, trasformandosi in un punto di riferimento per visitatori e turisti che arrivano da tutta Italia per ammirarlo da vicino.

 

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La cerimonia del 7 dicembre e la luce che unisce

Il 7 dicembre, al calare del sole, la piazza grande di Gubbio si riempie di attesa. Dopo i saluti delle autorità e dei volontari, l’“accenditore” preme il pulsante simbolico e il monte si illumina. È il momento più emozionante, quando il profilo verde e oro disegna il volto luminoso della città. Le luci si accendono in sequenza, dalla base alla stella, accompagnate da un silenzio carico di stupore e poi da un lungo applauso. Un rito laico e corale che ogni eugubino vive come un atto d’identità.

Negli anni, l’albero di Gubbio ha assunto anche un significato universale: un segno di pace e di unione, capace di accendere l’immaginario di grandi e piccoli. Le luci, visibili a chilometri di distanza, sono diventate un richiamo turistico e un volano per l’economia locale, ma restano prima di tutto un dono della comunità a se stessa. Mentre la stella brilla in cima al monte, l’intera valle si riempie di riflessi e di emozioni condivise. Così, ogni inverno, Gubbio rinnova la sua promessa di luce, dimostrando che la vera energia nasce sempre dalla forza delle persone.