“Ma è una follia!” | La Cassazione obbliga a pagare l’IMU anche per questi immobili, preparatevi a fare i debiti

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La nuova sentenza della Cassazione fa giurisprudenza: obbligati a pagare l’IMU anche per questi immobili.
“Ma è una follia!”. La Cassazione obbliga a pagare l’IMU anche per questi immobili, preparatevi a fare i debiti
L’Imposta Municipale Propria, o più semplicemente IMU è uno dei tributi cardine del sistema fiscale italiano. Istituita dal Governo Monti nel 2011 con la manovra “Salva Italia” in sostituzione dell’ICI, rappresenta una tassa patrimoniale a livello comunale che grava sul possesso di beni immobiliari, eccezion fatta per la maggior parte delle abitazioni principali non di lusso.
Il suo scopo principale è quello di garantire un gettito diretto ai Comuni, contribuendo così al finanziamento dei servizi pubblici locali. Il presupposto fondamentale dell’IMU è, come detto, il possesso di fabbricati. Aree fabbricabili e terreni agricoli, indipendentemente dalla loro effettiva utilizzazione.
L’imposta viene calcolata sulla base della rendita catastale rivalutata, moltiplicata per specifici coefficienti e per l’aliquota stabilita dal singolo Comune, che ha ampi margini di manovra entro i limiti imposti dalla normativa nazionale.
Due rate annuali
Il versamento è generalmente suddiviso in due rate annuali: acconto a giugno e saldo a dicembre. La base imponibile, ovvero il valore su cui si applica l’aliquota, si ottiene rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicando il risultato per il coefficiente specifico della categoria catastale dell’immobile (ad esempio, 160 per le abitazioni ordinarie).
È un meccanismo che mira a tassare la “capacità economica” potenziale dell’immobile, più che il reddito effettivo che esso è in grado di generare in un dato momento. Tuttavia, l’applicazione dell’IMU ha sempre generato controversie legali, specialmente in relazione allo stato d’uso o alla regolarità edilizia dei fabbricati.

La Cassazione mette (ahinoi) tutti d’accordo
Uno dei punti più dibattuti è stato se l’inabitabilità o la palese inutilizzabilità di un immobile potessero costituire motivo sufficiente per l’esenzione totale o per l’applicazione della riduzione del 50%, come previsto per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili. In un’interpretazione che lascia a dir poco sbigottiti, la Corte di Cassazione ha di recente emesso una sentenza (ad esempio, la n. 27017/2025 in materia), destinata a fare giurisprudenza e ad avere un impatto devastante sulle tasche dei contribuenti. La Suprema Corte ha posto un punto fermo, ribadendo un principio che non tiene conto della condizione materiale e amministrativa dell’immobile.
Con una decisione che più di qualcuno ha ridefinito una vera e propria “follia tributaria”, è stato stabilito che l’iscrizione di un immobile al catasto è di per sé sufficiente a far scattare l’obbligo di pagamento dell’IMU. L’imposta, dunque, va versata per intero anche nel caso in cui l’immobile sia in rovina, di fatto inabitabile, oppure sia risultato abusivo o addirittura colpito da un ordine di demolizione non ancora eseguito. Preparatevi, perché la legge non ammette debiti.