ULTIM’ORA – La Ferrari è nei GUAI | Quello che è successo nelle ultime ore è incredibile, c’è gente con le mani tra i capelli

Ferrari - stylology

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Piove sul bagnato in casa Ferrari, già alle prese con una delle stagioni più complesse e fallimentari della sua storia.

La stagione di Formula 1 del Ferrari si è rivelata un vero e proprio incubo, che tra l’altro deve ancora terminare visto che al termine del Mondiale mancano ancora sei gare. Una lunga agonia per Leclerc, Hamilton e i milioni di desolati tifosi in Rosso.

Partita con le ambizioni di competere testa a testa con colossi come Red Bull, Mercedes e una McLaren in grande spolvero, già bi-campione del mondo nel Mondiale Costruttori, la Scuderia di Maranello ha inanellato una serie impressionante di insuccessi e gare anonime.

I proclami di inizio anno sono diventati dei boomerang. La monoposto, apparentemente incapace di adattarsi a qualunque tipologia di circuito, sembra essere nata sotto una cattiva stella. Ogni Gran Premio si è trasformato in una lezione amara per i tifosi e per la squadra stessa.

Le scelte in pista, spesso al limite dell’incomprensibile, hanno condannato i piloti a piazzamenti ben lontani dal podio. Strategie fallimentari ai box, pit stop lenti e decisioni tattiche errate hanno minato la fiducia nel team e compromesso il risultato finale in diverse occasioni, facendo infuriare Charles e Lewis.

Un dato impietoso

Il morale della favola, dopo mesi di gare, è impietoso: la Ferrari non è riuscita a conquistare nemmeno una vittoria in un Gran Premio, fatta eccezione per la Sprint Race in Cina vinta da Hamilton.

Un dato che fa malissimo alla storia e al blasone di una squadra abituata a ben altri trionfi. La superiorità degli avversari è stata schiacciante e le “Rosse” sono apparse spesso spaesate e irrimediabilmente in ritardo nello sviluppo.

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Doppio fallimento

Questo fallimento sportivo, oltre a generare delusione nel paddock e tra i tifosi, ha avuto conseguenze molto più gravi e tangibili colpendo il cuore finanziario dell’azienda, provocando il crollo delle azioni in borsa. È sul fronte finanziario che si registrano i “guai” più eclatanti: dopo aver alzato i target annuali, inclusi ricavi a 7,1 miliardi e utili operativi rettificati a 2,06 miliardi, sono stati i dati riguardanti le proiezioni a lungo termine (al 2030) a deludere le aspettative degli analisti.

In particolare, il piano strategico che prevedeva ricavi a circa 9 miliardi e un utile operativo ad almeno 2,75 miliardi (con una marginalità del 30%) ha innescato una reazione negativa sui mercati. Questo perché la crescita media annua attesa dell’utile operativo, vista come un rallentamento rispetto ai piani precedenti, ha causato un’onda di vendite e un calo che ha lasciato il mondo della finanza con le mani nei capelli. È proprio vero, quando piove… diluvia.