“Ti tolgono i punti anche in bici!”: scatta la nuova norma | La Polstrada ti ferma e son dolori, è già successo a molti

Bicicletta - pexels - stylology
Dibattito aperto sulla sottrazione dei punti patenti per i ciclisti. Scatta la nuova norma divisiva, ma ci sono troppi incidenti in bici.
L’Italia lockdown (e post) ha visto un’autentica esplosione nell’uso della bicicletta, mezzo di trasporto salutare ed ecologico, diventato moda con l’introduzione dell’elettrico. Purtroppo, però, a questa ascesa del cicloturismo e della mobilità urbana dolce, ha fatto da contraltare un aumento vertiginoso degli incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti, rendendo le nostre strade sempre più insidiose.
I dati ISTAT confermano un trend preoccupante: sebbene il totale delle vittime della strada in alcune categorie sia in lieve calo, i ciclisti restano una delle categorie di utenti più vulnerabili, con numeri che richiedono un’attenzione urgente e un ripensamento delle norme.
Questo contesto di incidentalità in crescita ha portato a un inasprimento dei controlli e, in alcuni casi, a interpretazioni rigorose del Codice della Strada. L’episodio che ha scatenato il dibattito è avvenuto a Livorno e vede come protagonista il cinquantanovenne Francesco Romano, fermato dalla Polstrada mentre scendeva dal Castellaccio. La sua infrazione?
Non aver dato la precedenza a un’automobile a un incrocio, un errore comune, ma che in bicicletta ha scatenato una reazione inattesa da parte degli agenti. La pattuglia della Polizia Stradale, però, non si è limitata alla constatazione del mancato rispetto del diritto di precedenza, che di per sé è già una violazione grave del Codice della Strada.
Multa e non solo
Dopo i dovuti accertamenti, per Francesco Romano è arrivata una sanzione amministrativa salatissima, fissata a 167 euro, che l’uomo si è dichiarato pronto a pagare, accettando la responsabilità della sua distrazione alla guida del mezzo a due ruote.
Il vero fulcro della polemica, e motivo del ricorso annunciato dal ciclista multato, risiede però nella parte più inaspettata del verbale. Gli agenti avrebbero infatti proceduto alla decurtazione di ben cinque punti dalla patente di guida del ciclista, nonostante al momento dell’infrazione l’uomo stesse conducendo una bicicletta, un mezzo per il cui uso non è richiesto il possesso di alcuna licenza di guida. Il clamore mediatico e le reazioni indignate hanno subito trasformato l’episodio in un caso nazionale.

Una norma divisoria
L’episodio di Livorno, ha dato nuova linfa a chi sostiene la necessità di un intervento normativo più chiaro e, per alcuni, più severo. Di fronte al caos interpretativo e all’evidente necessità di garantire maggiore sicurezza, riemerge prepotente la proposta, ciclicamente discussa e sempre accantonata, di introdurre una sorta di “patentino per ciclisti”.
Si torna a parlare di obbligatorietà di specifici corsi di educazione stradale mirati, in particolare per i più giovani, o addirittura di un vero e proprio esame teorico, per assicurare che tutti coloro che circolano in bici abbiano piena consapevolezza delle regole e dei rischi della strada, ponendo un freno definitivo all’impunità percepita da alcuni.