Scoperta nel sahara, queste 2 mummie sembrano umane ma non lo sono: gli scienziati non credono ai loro occhi

Museo mummie (Pexels)-stylology.it
Una scoperta che ha un sapore eccezionale: nel cuore della zona più deserta della Terra, un ritrovamento unico nel suo genere.
Quando si parla di archeologia, l’immaginario comune rivolge la sua attenzione agli innumerevoli ritrovamenti, ospitati dai tanti musei del mondo e sui libri di storia, che conservano quel velo di mistero e di curiosità unici.
Non solo gli appassionati di storia, ma qualsiasi osservatore si meraviglia davanti a certe scoperte che in qualche modo sono collegate all’attualità.
Quelle scoperte rappresentano infatti chi una volta eravamo, l’evoluzione dell’uomo e delle sue attività.
Tra gli elementi protagonisti dell’archeologia, di sicuro le mummie sono da sempre i più curiosi e eccezionali. Ma per l’archeologia e la materia storica rappresentano un vero pozzo di informazioni su periodi storici anche molto lontani.
Un’eccezionale scoperta nel cuore del Sahara
Nella cavità di una grotta dal nome Takarkori, proprio nel sud della Libia, sono stati ritrovati, intatti, al riparo da agenti esterni e trascorrere del tempo, due corpi mummificati, solo dall’azione della natura, grazie alle caratteristiche climatiche secche e alla poca luce. Infatti non tutte le mummie sono frutto di mummificazione volontaria, alcune sono naturali, per così dire.
Pensiamo poi al clima di un Sahara, non come quello odierno, ma una distesa di vegetazione verde e corsi d’acqua, almenotra i 14.500 e i 5.000 anni fa. Una scoperta eccezionale anche per gli scienziati. Le due mummie potrebbero appartenere a persone di sesso femminile ma vissute almeno 7000 anni fa.

Il ritrovamento sorprendente di due mummie
La conservazione perfetta del corpo è seguita anche da quella eccezionale del DNA che sarebbe stato estratto dai due corpi mummificati e sottoposto ad analisi dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, con la compartecipazione di altri istituti universitari e di ricerca europei e africani.
Dalle indagini sarebbe emerso che le due donne mummificate potrebbero possedere un corredo genetico nordafricano ormai isolato da migliaia di anni, almeno 50.000 anni fa. Inoltre ci sarebbe un collegamento del ritrovamento con una popolazione di antichi cacciatori e raccoglitori della grotta di Taforalt, in Marocco. Un dato che starebbe a sottolineare come in Nord Africa sia siano sviluppate linee genetiche uniche e irripetibili ma che un tempo erano molto diffuse e abitavano il Nord del continente.