Ultim’ora conto corrente, la banca deve risarcirti: “È una truffa ” | Arriva la sentenza di cassazione

Truffa dati bancari(Corporate+)-stylology.it

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Dati sensibili, come quelli bancari, sono all’origine di innumerevoli truffe: quando la banca è tenuta a risarcire il cliente?

Il fenomeno delle truffe e degli inganni è quanto mai diffuso e vivo e non accenna a fermarsi. Una grande spinta e vitalità gli è stata offerta dal web e dalla digitalizzazione dei servizi.

Se da un lato quest’ultima ha incrementato semplificazione e accessibilità, dall’altro ha esposto gli utenti a molti rischi, in particolare riguardanti dati sensibili come quelli bancari.

Codici, dati del conto corrente, possono andare in pasto a malintenzionati. L’istituto bancario ha il dovere di risarcire il cliente, ma non in tutti i casi.

A disporre la norma, è il D.Lgs 11/2010 che stabilisce che nel momento in cui un’operazione di pagamento viene effettuata senza autorizzazione da parte del titolare del conto corrente, la banca è obbligata al rimborso immediato dell’importo.

Conto Corrente: tra truffe e risarcimenti

Tutto liscio, se non ci fosse l’eccezione alla regola, che si realizza nel momento in cui la banca può provare che l’operazione di pagamento è avvenuta con colpa grave o in maniera fraudolenta, da parte del cliente. Alcuni esempi, inserimento di credenziali su siti falsi e pericolosi, rilascio di informazioni sensibili come codici OTP. In questi casi, ovviamente, l’istituto bancario può rifiutare il rimborso, sulla base di prove concrete, documentate e inequivocabili.

A fare chiarezza in un campo così fitto, sono state alcune sentenze. La prima, la n. 1656/2025, presso il Tribunale di Roma, intervenuto su un caso di phishing: la vittima lamentava l’assenza di sistemi di sicurezza della propria banca e la mancanza dell’obbligo di diligenza. La sentenza ha dato ragione alla correntista, obbligando la banca a risarcirla di 115.793 euro.

Sentenza (Canva)-stylology.it
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Quando la banca deve risarcirti?Le sentenze

Ricordiamo anche la sentenza n.699/2025 della Corte di Appello di Venezia. Questo un caso in cui la banca, aveva addirittura mancato i suoi obblighi verso il cliente, perché all’avvenimento di operazioni sospette, nemmeno un SMS è stato inviato al soggetto correntista.

Queste le situazioni in cui il cliente, il correntista, ha diritto al risarcimento, quando è dimostrabile che l’istituto bancario non ha reso effettive e applicabili tutte le misure di sicurezza, antifrode, invio di avvisi di sicurezza e consegna di informative sui rischi alla clientela.  Al contrario, una falla nel comportamento del cliente della banca, della presenta vittima, significherebbe perdita del rimborso.