Revisione scaduta, guai seri | Multe raddoppiate e fermo 90 giorni: quando parte la mazzata da 1.998 €
Revisione auto (pexels) - Stylology
Saltare la revisione non è un dettaglio da poco: secondo l’ACI e l’Art. 80 del Codice della Strada, chi circola con un veicolo non revisionato rischia una sanzione fino a 1.998 euro e il fermo del mezzo per 90 giorni in caso di recidiva.
La revisione periodica è molto più di una formalità: è il controllo che certifica la sicurezza e l’efficienza del veicolo. Serve a verificare freni, fari, pneumatici, emissioni e condizioni generali, garantendo che l’auto o la moto siano idonee alla circolazione. Eppure, ogni anno migliaia di automobilisti dimenticano o rimandano l’appuntamento, esponendosi a sanzioni pesanti. L’Articolo 80 del Codice della Strada stabilisce chiaramente che nessun veicolo può circolare se non è stato sottoposto, nei termini previsti, alla revisione obbligatoria.
Per le auto private, la prima revisione va fatta dopo quattro anni dall’immatricolazione, entro il mese di rilascio della carta di circolazione; le successive ogni due anni. Per taxi, autobus, ambulanze e veicoli a noleggio o con conducente, l’obbligo è annuale. Le verifiche vengono effettuate presso i centri autorizzati o le officine convenzionate con la Motorizzazione civile, e il superamento del controllo è attestato con l’apposito tagliando elettronico registrato sulla banca dati nazionale.
Le multe e le sanzioni previste dall’Art. 80
Chi circola con revisione scaduta è soggetto a una sanzione amministrativa da 173 a 694 euro, con annotazione immediata sul libretto. Se il veicolo viene sorpreso di nuovo in circolazione senza aver sanato l’irregolarità, la multa raddoppia e può arrivare fino a 1.388 euro, accompagnata dal fermo amministrativo di 90 giorni. In caso di terza violazione, la cifra può salire fino a 1.998 euro e scatta la sospensione della carta di circolazione. È una progressione severa che mira a colpire le condotte recidive e a garantire la sicurezza stradale.
Le forze dell’ordine possono accertare la violazione anche attraverso i sistemi automatici di controllo delle targhe. Le telecamere ZTL, i varchi autostradali e i dispositivi di lettura automatica collegati alla banca dati del Ministero verificano in tempo reale la validità della revisione. Quando l’irregolarità viene rilevata, la notifica arriva al proprietario del veicolo con l’indicazione della sanzione e l’obbligo di regolarizzare la posizione entro un termine definito.

Quando parte la mazzata e come evitarla
La “mazzata” economica scatta nei casi di recidiva accertata, cioè quando un veicolo già sanzionato per revisione scaduta viene trovato nuovamente in circolazione senza aver eseguito il controllo. In questa situazione, l’autorità procede al fermo del mezzo per 90 giorni, con divieto assoluto di utilizzo. Se il veicolo è utilizzato per lavoro, l’impatto diventa doppio: economico e pratico. Solo dopo aver eseguito la revisione e pagato le sanzioni è possibile chiedere la revoca del fermo e tornare alla circolazione regolare.
Per evitare di incorrere in errori, l’ACI consiglia di verificare sempre la scadenza indicata nel portale dell’Automobilista o nella sezione dedicata dell’app IO, dove è possibile attivare un promemoria automatico. Inoltre, le officine autorizzate inviano spesso notifiche o sms di promemoria ai clienti abituali. È bene diffidare di chi propone “revisioni facili” o scorciatoie: la revisione è un controllo tecnico ufficiale e qualsiasi certificazione falsa comporta reati penali, oltre alla revoca della carta di circolazione.
Un piccolo gesto di attenzione – prenotare la revisione per tempo – evita sanzioni salate e garantisce viaggi più sicuri. Perché la manutenzione non è solo un dovere di legge: è una forma di responsabilità verso sé stessi e gli altri sulla strada.