Muffa in casa | Cosa salvare e cosa buttare immediatamente: la lista che non ammette errori

Pulizia casa

Muffa in casa (Pexels) - Stylology

Dopo piogge o allagamenti, la muffa può comparire rapidamente in casa: l’Istituto Superiore di Sanità spiega come riconoscere i rischi e cosa non tentare di recuperare.

L’umidità persistente e le infiltrazioni d’acqua sono tra le cause più comuni della comparsa di muffa nelle abitazioni. Come chiarisce l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) attraverso il portale EpiCentro, la presenza di muffe non è solo un problema estetico ma un rischio per la salute, in particolare per bambini, anziani e persone con allergie o malattie respiratorie. Dopo piogge intense o piccoli allagamenti, è fondamentale intervenire in modo tempestivo e consapevole, distinguendo tra ciò che può essere recuperato e ciò che va eliminato senza esitazioni.

Le spore fungine si diffondono facilmente nell’aria e possono colonizzare pareti, mobili e tessuti in poche ore se l’ambiente resta umido. L’ISS raccomanda di agire subito, evitando rimedi improvvisati o l’uso eccessivo di prodotti chimici che possono peggiorare la qualità dell’aria interna. La regola generale è semplice: ciò che assorbe acqua e non può essere lavato o disinfettato in profondità deve essere smaltito.

Cosa si può salvare e come intervenire

Alcuni materiali possono essere recuperati se la contaminazione è superficiale. Vetri, superfici metalliche, piastrelle e plastica si possono pulire con detergenti neutri o con una soluzione di acqua e alcol, asciugandoli subito dopo. Anche mobili in legno massiccio o superfici verniciate possono essere salvati, purché la muffa non abbia penetrato in profondità. In questi casi è utile esporre gli oggetti all’aria, preferibilmente in un ambiente asciutto e ventilato, per almeno 48 ore.

L’ISS sottolinea l’importanza di asciugare completamente i locali entro 48 ore dall’evento umido, utilizzando deumidificatori o ventilatori, per interrompere la proliferazione fungina. I tessuti lavabili – come tende, lenzuola o abbigliamento – possono essere recuperati solo se lavati in acqua calda con detersivo e ben asciugati al sole. In caso di dubbio, è meglio non rischiare: le spore possono restare nei materiali e riattivarsi con la minima traccia di umidità.

 

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Cosa buttare subito per evitare rischi

La lista degli oggetti da eliminare non ammette eccezioni. Materassi, tappeti, divani e cartongesso bagnati devono essere smaltiti, poiché le spore si insinuano nelle fibre e non possono essere rimosse completamente. Anche libri, carta e alimenti contaminati dall’umidità vanno gettati immediatamente. L’ISS ricorda che tentare di pulire materiali porosi può esporre a inalazioni pericolose di micotossine e allergeni.

Durante le operazioni di pulizia, è fondamentale proteggersi indossando guanti, mascherina FFP2 e occhiali, per evitare il contatto diretto con le spore. Mai utilizzare candeggina in ambienti chiusi o senza aerazione: il cloro può irritare le vie respiratorie e reagire con altre sostanze presenti, creando gas nocivi. Dopo la rimozione degli oggetti contaminati, è consigliabile ventilare a lungo i locali e verificare che non vi siano infiltrazioni residue nei muri o nei soffitti.

Come ribadisce l’ISS, la prevenzione resta la migliore difesa contro la muffa: mantenere la casa asciutta, controllare periodicamente le pareti e intervenire ai primi segni di umidità può evitare problemi ben più gravi. Dopo piogge abbondanti, sapere cosa salvare e cosa buttare è una scelta di sicurezza, non solo di pulizia: proteggere la salute inizia da una casa libera da muffe invisibili ma insidiose.