Colf e badanti, è scattata l’ultima occasione | Contributi 2025 e pagamento online con pagoPA: l’errore che fa scattare la mora

Colf e badanti

Colf e badanti (Unsplash) - Stylology

Nel 2025 restano fisse le quattro scadenze trimestrali per il versamento dei contributi di colf e badanti. L’INPS ricorda che il pagamento avviene solo tramite pagoPA e che basta un errore nei dati per far scattare la mora.

Il lavoro domestico continua a essere un pilastro dell’assistenza alle famiglie italiane. Per questo l’INPS aggiorna ogni anno le procedure e le modalità di pagamento dei contributi dovuti dai datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter. L’obiettivo è semplificare gli adempimenti e garantire la regolarità dei versamenti, evitando sanzioni e ritardi che possono compromettere la copertura assicurativa e previdenziale del lavoratore. Con l’anno nuovo, le regole restano sostanzialmente le stesse, ma l’attenzione deve essere massima nella compilazione dei dati e nella gestione online.

I contributi si versano ogni trimestre e comprendono quota previdenziale, assicurativa e contributo al Fondo per l’indennità di disoccupazione. Le date di riferimento per il 2025 sono: 10 aprile, 10 luglio, 10 ottobre e 10 gennaio 2026. I pagamenti devono riguardare l’intero trimestre precedente e, in caso di cessazione del rapporto, devono essere saldati entro dieci giorni dalla fine del contratto. L’INPS sottolinea che i ritardi anche di pochi giorni comportano l’applicazione automatica degli interessi di mora.

Come si paga con pagoPA e cosa controllare

Dal 2024, e confermato per il 2025, l’unico canale ammesso per i versamenti è pagoPA. Il datore di lavoro può accedere al portale INPS con SPID, CIE o CNS, entrare nella sezione “Lavoratori domestici” e generare l’avviso di pagamento, che riporta l’importo e il codice identificativo. Il versamento può essere effettuato online tramite il proprio home banking, in tabaccheria o presso gli sportelli abilitati. È anche possibile programmare il pagamento direttamente dal portale, per evitare dimenticanze e rispettare le scadenze automatiche.

Per evitare errori, l’INPS raccomanda di controllare con cura i dati anagrafici del lavoratore, il periodo di riferimento e le ore settimanali dichiarate. Un valore errato può produrre un importo di contributi non coerente con la paga effettiva e generare rettifiche successive. È importante inoltre verificare che il sistema non blocchi il pagamento per duplicazioni o importi pregressi: la piattaforma pagoPA rifiuta automaticamente avvisi già saldati o scaduti.

Calcolo contributi (Pexels)-stylology.it

L’errore più comune e come prevenirlo

Il passaggio critico è l’indicazione del trimestre corretto. Molti datori di lavoro, nel generare l’avviso, selezionano per errore il periodo successivo o precedente: questo comporta un versamento imputato al mese sbagliato e quindi l’applicazione della mora per mancato pagamento del trimestre dovuto. Per evitarlo, basta verificare che nell’avviso compaiano le date di inizio e fine del trimestre corrispondenti al periodo lavorato, prima di confermare la transazione.

L’INPS ricorda inoltre che la ricevuta pagoPA è la prova ufficiale del versamento e va conservata, anche in formato digitale, per almeno cinque anni. Chi si avvale di un consulente o di un patronato deve comunque controllare che il pagamento risulti registrato nel cassetto previdenziale del lavoratore. In caso di errori, è possibile correggere la posizione tramite la funzione “Variazione dati” sul portale, allegando copia della ricevuta e una breve nota di rettifica.

Un piccolo controllo in più può evitare multe e disservizi. Rispettare le scadenze e compilare correttamente i campi è il modo più semplice per garantire ai lavoratori domestici i propri diritti e ai datori di lavoro la piena regolarità del rapporto. Perché nel calendario delle famiglie italiane, la data dei contributi INPS non è solo un obbligo: è una garanzia di tutela reciproca.