Autovelox non omologato | Ricorso e la multa salta automaticamente: la richiesta va presentata entro un termine preciso

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Autovelox (Lapress) - Stylology

Se l’autovelox non è omologato o non è stato verificato correttamente, la multa può vacillare: conoscere le regole e le tempistiche giuste può fare la differenza tra pagare e ottenere l’annullamento.

Negli ultimi anni i controlli elettronici della velocità sono diventati parte del paesaggio stradale. Ma non tutti i dispositivi sono uguali, e soprattutto non tutti sono utilizzati nelle condizioni richieste dalla normativa. Da qui nascono i dubbi più comuni degli automobilisti: come capire se un autovelox è in regola, quando ha senso contestare una sanzione e quali sono i passaggi concreti per farlo valere.

Il punto decisivo è semplice quanto spesso trascurato: un autovelox deve essere approvato, correttamente installato e sottoposto a verifiche periodiche. Se uno di questi tasselli manca, la sanzione può essere messa in discussione. In più, la validità della multa dipende anche dal rispetto rigoroso delle scadenze di notifica e dei termini per il ricorso, che non ammettono distrazioni.

Quando l’autovelox non è in regola

Perché un rilievo di velocità sia affidabile, il dispositivo deve essere stato approvato per l’uso su strada e impiegato secondo le istruzioni tecniche. Questo significa posizione corretta, visibilità adeguata, segnalazione preventiva e verifiche metrologiche periodiche documentate. In assenza di uno di questi requisiti, il verbale può diventare vulnerabile. Non serve inseguire cavilli: basta chiedere, con tono formale e nei tempi corretti, la documentazione che attesti approvazione, verifiche e modalità d’uso nel giorno del rilievo.

Attenzione anche alla segnaletica: l’avviso della presenza di controlli deve essere chiaro e collocato a una distanza congrua rispetto al punto di rilevazione. Laddove la segnalazione manchi o sia poco visibile, la contestazione acquista forza. Un altro profilo delicato riguarda l’uso in tratte dove la contestazione immediata sarebbe possibile ma non avviene: in alcuni contesti, l’ente deve motivare l’impossibilità della contestazione sul posto. Se la catena delle garanzie si interrompe, la multa può perdere consistenza, perché viene meno la presunzione di affidabilità della misurazione.

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Autovelox (Ansa) – Stylology

Le tempistiche che fanno la differenza

Le scadenze sono il terreno dove si vincono o si perdono i ricorsi. La prima è quella della notifica del verbale: in via generale, il proprietario del veicolo deve riceverlo entro un termine prefissato a partire dalla data dell’infrazione. Una notifica tardiva, non giustificata da ragioni oggettive, può comportare l’invalidità dell’atto. Da quel momento si apre il conteggio per decidere come muoversi: pagare con lo sconto entro pochi giorni, oppure contestare.

Chi sceglie la via del ricorso può rivolgersi al Prefetto oppure al Giudice di Pace. I termini sono diversi e vanno rispettati alla lettera. Il ricorso al Prefetto si presenta entro un termine più lungo e porta a una decisione amministrativa; quello al Giudice di Pace ha un termine più breve ma permette un contraddittorio pieno, con la possibilità di chiedere la produzione della documentazione tecnica sul dispositivo e sulle verifiche effettuate. In entrambi i casi, è utile allegare ogni elemento utile: foto del luogo, eventuali incongruenze nel verbale, mancate segnalazioni, dubbi sulla taratura. Un’associazione dei consumatori può aiutare a orientarsi tra passaggi formali e prove da richiedere, senza sostituirsi ai riferimenti di legge.