Radon in casa | Le indicazioni ARPA per misurarlo e ridurlo, il punto spesso ignorato nelle cantine
Misurare il Radon in casa (Pexels) - Stylology
Il gas radon può accumularsi negli ambienti chiusi, soprattutto nei piani interrati e seminterrati. ARPA spiega come misurarlo e ridurlo. Ma c’è un punto critico che spesso nessuno controlla.
Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, che si forma dal decadimento dell’uranio presente nel suolo e nelle rocce. Può infiltrarsi all’interno delle abitazioni attraverso crepe nei muri, pavimenti e impianti, accumulandosi in spazi chiusi poco ventilati. In alte concentrazioni, è classificato dall’OMS come seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo.
ARPA e le agenzie regionali per la protezione ambientale promuovono la misurazione periodica del radon in casa, in particolare nei locali interrati, nei garage, nei seminterrati, nei piani terra e nei locali non abitati ma utilizzati per attività frequenti. Le misurazioni sono semplici e si effettuano con dosimetri passivi, da posizionare in casa per un periodo che va da 60 a 180 giorni.
Quando e dove misurare per avere un dato affidabile
Il periodo migliore per effettuare le misure è la stagione invernale, quando gli ambienti sono meno ventilati e i valori di concentrazione risultano più alti e significativi. Il dosimetro va posizionato ad almeno un metro da pareti e fonti di calore, all’altezza di utilizzo dell’ambiente (es. su un mobile o una mensola), lontano da finestre o aperture frequenti.
Le misure andrebbero ripetute ogni cinque anni o in caso di ristrutturazione importante dell’edificio, come rifacimenti di impianti, cappotti o modifiche strutturali. ARPA offre spesso campagne gratuite o agevolate per le misurazioni, soprattutto nelle Regioni classificate a rischio radon medio-alto.

Il punto critico che pochi controllano (ma da cui entra il gas)
Il punto più trascurato è spesso il giunto tra pavimento e parete nelle cantine o nei locali tecnici. Il radon risale dal suolo e trova ingresso proprio in quelle fessure non isolate. Anche i pozzetti di ispezione o gli accessi per impianti sono vie preferenziali di ingresso del gas, soprattutto se non sigillati correttamente o se la ventilazione è assente.
Per ridurre la concentrazione, le soluzioni più semplici sono l’aumento della ventilazione naturale o forzata, la sigillatura delle fessure e l’uso di materiali impermeabili nella zona di contatto con il terreno. In casi gravi si può installare un sistema di depressurizzazione sotto la platea dell’edificio.
Controllare il radon è un gesto importante per la salute. Bastano un dosimetro e qualche accorgimento per conoscere il rischio e ridurlo in modo efficace. E partire proprio dal locale più ignorato può fare la differenza.