INPS finalmente riconosce le casalinghe: arriva la pensione per chi lavora in casa | Prendi un appuntamento qui e sei ok

Casalinga - pexels - stylology

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Finalmente una buona notizie per tutte le casalinghe italiane. L’INPS apre alla pensione anche per chi lavora da casa (non da remoto).

Il ruolo della casalinga, o del casalingo, è sempre stato un tema spinoso nel panorama normativo e fiscale italiano. Nonostante l’indubbio valore sociale ed economico generato dal lavoro domestico, per anni questa attività non ha goduto di una collocazione chiara e di un riconoscimento contributivo pieno.

Eppure si tratta di un impegno quotidiano, a tempo pieno, che spazia dalla cura della casa e della famiglia alla gestione di ogni incombenza domestica, un vero e proprio “lavoro invisibile”, quasi dimenticato dalle norme di regolamentazione.

Questa assenza di formalizzazione ha creato non poche difficoltà nell’accesso a diritti fondamentali, come quello previdenziale. Non essendo inquadrate come lavoratrici dipendenti né come autonome in senso stretto, le casalinghe si sono trovate spesso escluse dai percorsi standard di accumulo contributivo.

Il loro status non rientrava nelle categorie tradizionalmente tutelate dal sistema previdenziale, generando una disparità di trattamento significativa. La mancanza di versamenti contributivi automatici ha significato, per intere generazioni di donne (e in misura minore uomini) dedite alla famiglia, l’impossibilità di contare su una pensione di vecchiaia autonoma.

Un percorso lento e complesso

Questa situazione ha spesso reso la loro sicurezza economica in età avanzata dipendente dal coniuge o da altre forme di assistenza sociale, non riconosciute come un diritto derivante dalla propria “attività lavorativa” in casa.

Si è a lungo dibattuto su come equiparare il lavoro domestico ai fini pensionistici, riconoscendo il suo contributo al PIL e alla tenuta del tessuto sociale. Superare l’ostacolo della “non retribuzione” e della “non ufficialità” è stato un percorso lento e complesso, che ha richiesto anni di sensibilizzazione e modifiche legislative per trovare una soluzione equa e sostenibile che potesse offrire una tutela previdenziale a chi opera tra le mura domestiche.

INPS - pexels - stylology
INPS – pexels – stylology

Un traguardo importante

I lavoratori italiani, sia dipendenti che autonomi, una volta raggiunta l’età contributiva e quella anagrafica, oggi stabilita a 67 anni, possono, finalmente, andare in pensione. Si tratta di un traguardo importante e anche molto sudato: dopo una vita trascorsa a lavorare e a versare i contributi, si ottiene il pensionamento. La pensione di vecchiaia permette di incassare ogni mese un assegno, erogato da parte dell’INPS, pur interrompendo la propria attività professionale e lavorativa.

Oggi invece le casalinghe possono percepire la pensione. Tuttavia questo contributo non viene erogato a tutti i cittadini italiani solo ed esclusivamente a chi ha fatto l’iscrizione al Fondo Casalinghe/i dell’INPS, che consente di versare contributi volontari e ottenere una pensione futura. Iscrivendosi si ha diritto a un mese di contribuzione per ogni 25,82 euro versati. Non resta che prendere un appuntamento all’INPS.