Pensione di reversibilità, questa è GRAVE: milioni di italiani senza più un euro | Un diritto che sembrava eterno, assegni in mille pezzi

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La notizia più brutta nel momento peggiore: stavolta sarà dura per chi ci sperava davvero nella pensione.
Sembrava una realtà concreta che non poteva essere scalfita, ma alla fine una sentenza della Cassazione ha fatto esplodere la grande preoccupazione da parte dei cittadini.
In molti infatti rischiano di perdere un assegno mensile che rappresenta un’importante entrata in termini economici, soprattutto in questi tempi difficili.
Un cambiamento non da poco che ha innumerevoli conseguenze negative, in particolare per chi ne ha maggiore bisogno.
C’è chi ci spera ancora, ma le possibilità sono sempre di meno.
Niente più certezze per la pensione
Ne abbiamo parlato spesso, ma mai come adesso è chiaro quanto una misura come la pensione di reversibilità possa ricoprire una possibilità importante per chi ne ha bisogno. Un assegno che, nel concreto, potrebbe essere un aiuto fondamentale per l’economia di una famiglia e, dunque, il fatto di perderlo rappresenterebbe un vero dramma. Chiariamoci, il rischio già esisteva da molto tempo, quando era consentito trovare più soluzioni in caso di ritardi per quanto riguarda la compilazione della domanda.
Chi si appellava, nonostante le dimenticanze, riusciva comunque a ottenere un riconoscimento almeno parziale dell’indennità. Una consolazione che di certo non dispiace, ma che potrebbe diventare una rarità vera e propria a causa della recente sentenza della Cassazione, che ha impattato non poco sulle regole del gioco.

Se sbagli sei fuori
Ovviamente non si tratta di un gioco, ma tenere a mente il fatto che ormai non si possono fare più errori può aiutare ad evitare dimenticanze pericolose. Nel settembre di quest’anno, infatti, la Cassazione ha confermato il fatto che l’Inps potrà dichiarare la prescrizione senza dover indicare in maniera precisa il termine di decorrenza. cosa che farà invece il giudice. Non una questione da poco, quindi, visto che i cittadini avevano buone possibilità di poter evitare conseguenze spiacevoli.
Ma adesso se ritardi nella presentazione della domanda e lo fai per un periodo di oltre dieci anni dal decesso, il rischio è quello di non ottenere più nemmeno un euro. Una tutela forte quella che la Cassazione ha deciso di concedere all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, con cui i cittadini dovranno fare i conti, soprattutto i più distratti.