“DOPO 100 ANNI CHIUDE”: addio alla enorme catena di abbigliamento tutta Italiana | Serrande tutte chiuse

Serrande chiuse, la crisi non risparmia più nessuno - Stylology.it

Serrande chiuse, la crisi non risparmia più nessuno - Stylology.it (Foto X)

Negozi sempre più vuoti e stabilimenti chiusi: la crisi non risparmia nessuno, cresce l’apprensione per un colosso dell’abbigliamento italiano.

La crisi è tutt’altro che un venticello. Di questa parolina, tutt’altro che magica, in realtà si finisce spesso per abusare, utilizzandola per spiegare difficoltà che poco hanno a che fare con il momento contingente.

“La crisi batte per chi i soldi non li ha” è uno dei luoghi comuni che, dall’altra parte, vengono utilizzati più spesso proprio da chi sostiene che le pur innegabili contrazioni del mercato alla voce vendite venga utilizzata dalle aziende per secondi fini.

Quali? Ridurre il numero dei dipendenti, attraverso cassa integrazione o limitazioni ai rinnovi di contratto, e ovviamente attraverso la riduzione degli stipendi, giustificata proprio attraverso una generale “crisi da riduzione del fatturato”.

Chi, appunto, con la crisi deve convivere ogni giorno, perché nonostante magari due stipendi e uno o due figli da mantenere fatica ad arrivare alla fine del mese, si domanda anche in maniera legittima come sia possibile che colossi dell’industria possano essersi ridotti a quel punto.

Guerra e pandemia: come l’industria italiana è finita in ginocchio

Le motivazioni sono molteplici perché, inutile negarlo o provare a farlo, a fronte di tante realtà che non risentono delle difficoltà del commercio che sono sotto gli occhi di tutti, ce ne sono tante altre anche tra i gruppi medi e non solo medio-piccoli sull’orlo del dramma.

La guerra russo-ucraina ha determinato una serie di corollari che solo gli analisti più avveduti erano stati in grado di prevedere tre anni e mezzo fa allo scoppio del conflitto e che stanno avendo conseguenze a cascata sui privati dopo averle avute sulla produzione.

Gruppo Coin in crisi, cresce l'allarme - Stylology.it
Gruppo Coin in crisi, cresce l’allarme – Stylology.it (Foto X)

Chiude uno altro punto vendita: lo storico marchio d’abbigliamento a rischio scomparsa

L’origine di quasi ogni male, tuttavia, il colpo da ko che in tanti non sono mai riusciti ad assorbire è coinciso con la pandemia di Coronavirus, capace di sconvolgere le abitudini di consumo degli italiani e di conseguenza di mettere in ginocchio parecchie imprese, anche tra quelle storiche dell’economia locale e nazionale. Non fa eccezione un marchio che ha dettato legge negli anni ’80-90 e che ora vacilla in maniera preoccupante.

Coin, pilastro storico del commercio di abbigliamento in Italia, fondato nel 1916, sta affrontando una delle sfide più impegnative della propria storia. La chiusura del punto vendita presso il Centro Commerciale Le Gru di Grugliasco rappresenta infatti solo l’ultimo segnale preoccupante lanciato dal Gruppo, per anni punto di forza del commercio italiano nel settore dell’abbigliamento. I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che rappresentano i lavoratori del settore, hanno lanciato l’allarme già da tempo. Le trattative a tre con l’azienda e le istituzioni sono in corso, ma non sono ancora arrivate risposte. La garanzia di una continuità aziendale sufficiente per dare continuità ai livelli occupazionali è al primo posto delle richieste: ne va del futuro dei 1500 impiegati in tutto il Paese e di tutto l’indotto