BONIFICI: se commetti questo errore il Fisco ti rovina | Allo sportello scatta l’allarme

Bonifico e movimenti bancari - fonte_Freepik - Stylology.it
Se nel momento di fare un bonifico, commetti questo errore, finisci nel mirino della Guardia di Finanza. Attenzione all’errore.
Ammettiamolo dai, per noi, fare un bonifico è piuttosto banale, trasferire denaro a un familiare o un amico è qualcosa che facciamo quasi in maniera quotidiana, eppure ci può mettere nei guai. Sappiamo bene quanto negli ultimi mesi le luci del fisco si siano accese sui cittadini italiani e ogni minimo errore si può rivelare veramente determinante.
Conoscere le regole diventa di vitale importanza in questa prospettiva, anche considerando che i controlli sono divenuti molto più comuni e pressanti.
Quando facciamo un bonifico, dobbiamo ricordarci di seguire alcune regole, se non vogliamo finire nei guai. In alcuni casi siamo noi stessi a commettere quell’errore che ci mette letteralmente nei guai. Tra gli elementi obbligatori dei bonifici, abbiamo la causale, ma veramente, come in molti credono, possiamo scrivere ciò che crediamo?
Ci sono alcuni errori, in fase di compilazione che mai dovremmo commettere.
Quando la causale diventa un campanello d’allarme
In diverse occasioni, i correntisti e gli operatori bancari, hanno segnalato che per finire sotto la lente di ingrandimento del controllo basta anche una sola parola sospetta. Le banche infatti, si avvalgono di sistemi automatizzati, che individuano movimenti che potrebbero essere potenzialmente anomali e che devono essere segnalati alle autorità competenti in materia. Le causali che maggiormente attirano l’attenzione, sono anche quelle che con più frequenza utilizziamo, soprattutto quando passiamo del denaro a persone della famiglia o amici.
Ma utilizzare causali specifiche è l’unico modo che abbiamo per difenderci da quelli che sono i veri guai con il Fisco e sappiamo quanto siano meglio da evitare.

Le parole che mai dovremmo scrivere
Ci sono alcune parole che se inserite nella causale, possono far scattare in maniera immediata l’attenzione del Fisco, in particolare, si fa riferimento alle parole: “donazione” e “regalo”, che rischiano di essere interpretate come reddito non dichiarato, soprattutto se l’importo è considerevole. Lo stesso vale per la parola “prestito”, se non supportata da un testo formale, che potrebbe essere anche una semplice scrittura privata, si può credere che si tratti di evasione fiscale. Attenzione anche alle causali vaghe: “varie”, “spese personali”, “rimborso” sfumano la chiarezza e alimentano dubbi.
Insomma, parole che utilizziamo spesso, perché ritenute innocue, ma ci potrebbero mettere letteralmente nei guai, perché la banca rileva l’anomalia e può attivare una segnalazione automatica che arriva direttamente al radar dell’Agenzia delle Entrate. Quindi meglio essere specifici, per evitare qualsiasi tipo di problematica.