UFFICIALE MATTEO SALVINI, approvata la tassa settimanale automobilisti: devi pagare questa cifra per forza | Nessuno escluso

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini - Wikicommons - Stylology.it
L’indiscrezione relativa a una nuova tassa destinata a colpire gli automobilisti sta scatenando il putiferio. La realtà però è diversa
È bastata qualche semplice indiscrezione circolata nelle ultime settimane, in particolare sulle piattaforme social, per scatenare un autentico putiferio tra i cittadini e a innescare la rabbia incontrollata di centinaia di migliaia di automobilisti.
Si è infatti diffusa la notizia relativa all’introduzione una possibile nuova tassa sul possesso di un’automobile. Come se già non fossero sufficienti il bollo auto e l’assicurazione da pagare tutti gli anni senza alcuna indulgenza.
La realtà però, stando almeno alle smentite e a un’indagine molto più attenta, è assai ben diversa e per fortuna molto meno allarmante. La notizia a dire il vero non è delle più entusiasmanti ma non riguarda le tasse, vecchie o nuove che siano.
L’allarme è scattato a seguito di una modifica che ha come obiettivo la cosiddetta uniformità delle accise tra benzina e diesel. Non si tratta di una nuova imposta quanto di una riforma che mira a parificare le tasse sui due carburanti entro il 2030.
Arriva una nuova tassa per gli automobilisti? Ecco la verità
Un processo graduale, il cui primo passo è già stato compiuto. La novità principale è scattata il 15 maggio 2025: a partire da quella data infatti tutti gli automobilisti hanno potuto toccare con mano il primo adeguamento.
L’accisa sul gasolio è aumentata di 1,5 centesimi al litro, mentre quella sulla benzina è scesa della stessa cifra. Un cambiamento che ha generato non poche discussioni, ma che è parte di un piano a lungo termine che porterà a un’unica accisa per entrambi i carburanti.

Perché si è arrivati a questa scelta
La disparità tra le accise di benzina e diesel è un’anomalia storica del sistema fiscale italiano. Per anni il gasolio ha goduto di una tassazione più bassa, giustificata in passato dal suo impiego nel settore dei trasporti e dell’agricoltura. Tuttavia, con l’evoluzione del mercato e la sempre maggiore diffusione dei veicoli diesel, la disparità non aveva più una reale giustificazione.
L’uniformità delle accise risponde a un doppio criterio: da un lato una maggiore equità fiscale e dall’altro un incentivo a una transizione verso veicoli a basso impatto ambientale. In un’epoca in cui si spinge verso l’elettrico e l’ibrido, mantenere un vantaggio fiscale su un carburante come il diesel non aveva più senso. La riforma, quindi, si inserisce in un contesto di transizione ecologica e di modernizzazione del sistema fiscale.