Addio Canone Rai, basta passare in farmacia e lo saluti per sempre: ecco la nuova esenzione

Canone Rai addio, arriva la svolta - Stylology.it (Foto X)
Cade un tabù che sembrava incrollabile: i programmi più amati sono finalmente free, ma solo per pochi eletti.
Per anni è stata la tassa più evasa dagli italiani. Ancora oggi che eluderla è di fatto impossibile è di sicuro la più criticata. Già, perché al netto dei continui rincari che riguardano le nostre bollette, dalla luce all’acqua passando per il gas, queste sono viste come necessarie.
Se ne può discutere appunto l’importo, le tempistiche e la consistenza degli aumenti, ma in fondo si tratta di un servizio di primaria necessità per il quale è quindi logico dover pagare, ovviamente in base all’utilizzo che se ne fa.
Ma se di mezzo c’è una forma di divertimento, di svago magari al termine di una lunga giornata di lavoro o di intrattenimento per i nostri figli, qual è la televisione, è davvero giusto pagare una tassa? Il canone Rai non è certo nato oggi, ma più o meno ciclicamente continua a far discutere. Ovviamente senza una soluzione.
Per cercare di… “placare gli animi”, magari a coloro che non hanno in simpatia la tv di Stato, può essere utile ricordare che l’attuale definizione è nella sostanza una forzatura, o comunque un adattamento, se è vero che il canone è nato… ben prima della Rai.
Canone Rai o canone tv? Alle origini della tassa più indigesta
Proprio così. La tassa in questione è molto antica, essendo stata istituita addirittura negli anni ’30. La Rai, anzi Eiar, sarebbe nata solo nel 1954, pertanto l’origine dell’imposta sulla televisione non si deve certo alla tv pubblica. Tramite un decreto regio si decise di imporre a tutta la popolazione il pagamento di un’imposta applicata sul possesso degli apparecchi radiotelevisivi.
Una sorta di censimento, utile per capire quanti fossero coloro che all’epoca potevano permettersi di avere in casa un oggetto così di nicchia e non certo economico. Poi, siccome il boom dei televisori è coinciso proprio negli anni ’50 e con la nascita della Rai, per estensione si è parlato di “Canone Rai”, concetto che ha comunque un fondo di verità.

Da oggi la televisione è gratis: canone addio, ma non per tutti
Prima dell’accorpamento nella bolletta della luce erano in tanti a farsi la domanda: “Ma se non pago il canone mi tagliano i canali Rai?”. In teoria dovrebbe accadere proprio questo ed è la differenza rispetto ai canali commerciali, che non richiedono alcun tipo di abbonamento. Eppure per una buona fetta di popolazione è possibile vedere i canali Rai senza pagare il canone.
Oltre ai diplomatici e ai Militari di uno stato estero, è esentato dal pagamento del canone anche cui riuscisse a dimostrare di non possedere alcun televisore, venendo meno proprio l’assunto alla base dell’esistenza della tassa stessa. Bisogna però comprovare che nessuno all’interno del proprio nucleo familiare possieda la “scatola magica” e in questo caso è possibile presentare domanda di esonero all‘Agenzia delle Entrate. Esenti sono anche coloro che hanno compiuto 75 anni e hanno un reddito annuo lordo non superiore a 8000 euro. Nulla da fare, invece, per i possessori della Legge 104/92: l’esonero dal Canone per questa categoria è stato abrogato nel 2019.