C’è qualcosa di un po’ romantico nel tornare a parlare di un marchio come De Tomaso. Non solo per ciò che ha rappresentato nel panorama automobilistico italiano, ma per il modo in cui ha deciso di rientrare in scena. Ovvero con la De Tomaso P72. Non solo una supercar, ma una dichiarazione d’amore per un’epoca passata.
Annunciata nel 2019 a Goodwood e attesa da allora come una sorta di miraggio a quattro ruote, la De Tomaso P72 è finalmente entrata nella fase di produzione. E lo fa con la forza di un V8 sovralimentato, ma anche con l’eleganza di una scultura in movimento.
Le linee della P72 parlano una lingua che oggi si ascolta raramente. Curve morbide, fari tondi, proporzioni classiche. È impossibile non pensare alla De Tomaso P70 del 1965, l’auto da cui prende ispirazione. E non è un caso: il progetto vuole essere un ponte tra passato e futuro, e lo fa con stile.
Disegnata da Jowyn Wong, la P72 è un’opera d’arte su ruote. La carrozzeria in fibra di carbonio, il telaio monoscocca, i dettagli raffinati: ogni elemento è pensato per stupire, ma anche per rispettare una precisa visione estetica.
Aprire la portiera della P72 è come entrare in un altro tempo. Niente schermi touch, niente comandi digitali. Solo strumenti analogici, rifiniture in oro rosa, pelle cucita a mano. È un’auto che si guida, non si interfaccia. Un’esperienza sensoriale, quasi spirituale, per chi cerca qualcosa di diverso dalle moderne supercar digitalizzate.
Ogni dettaglio parla di cura artigianale. E ogni esemplare sarà unico, personalizzato secondo i desideri del proprietario. In un’epoca di produzione di massa, questa è una rarità preziosa.
Sotto quel lungo cofano si nasconde un cuore pulsante: un V8 Ford Coyote da 5.0 litri, preparato da Roush per sprigionare oltre 700 cavalli. Il cambio? Manuale a sei rapporti, perché qui si guida davvero. La P72 non è fatta per il traffico cittadino: vuole le curve, le strade aperte, le emozioni forti.
Le sospensioni pushrod, completamente regolabili, completano un pacchetto tecnico pensato per chi ama sentire ogni centimetro d’asfalto sotto le ruote. Non è solo bella: è anche tremendamente veloce.
La produzione sarà limitata a 72 esemplari, un numero che non lascia spazio alla casualità. Ogni unità sarà costruita vicino al Nürburgring, in Germania, in collaborazione con Capricorn. Una scelta che unisce il cuore italiano all’ingegneria tedesca, per garantire prestazioni e affidabilità.
Il prezzo? Ancora non ufficializzato, ma sicuramente non alla portata di tutti. E va bene così. Perché la P72 non vuole essere per tutti. Vuole essere speciale.
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