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John McAfee, una vita tra scandali e colpi di genio

John McAfee è il “padre” dell’antivirus più famoso della prima era di internet. La sua notorietà era già imperiosa per via delle vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto tra abusi sessuali e guai con il fisco. Ma la notizia del suicidio dello sregolato imprenditore nel carcere di Sant Esteve Sesrovies, in Spagna, ha riportato alla ribalta la figura del plurimilionario fondatore del primo antivirus commerciale.

E proprio mentre il Tribunale di Barcellona autorizzava la sua estradizione verso il territorio americano. John McAfee nato a Cinderford, ridente cittadina dell’Inghilterra, poneva l’ultimo gesto estremo della sua vita. Fatta di successi e di conquiste, ma anche di scandali e macchie indelebili (qui la storia del primo virus informatico della storia).

La vita in pillole di John McAfee

Iniziamo col dire che il padre di John McAfee si tolse la vita quando aveva l’età di quindici anni. Ma questo non impedì al programmatore di costruirsi un luminoso futuro. Si iscrive all’università una volta concluso il periodo scolastico e nel 1969 consegue la laurea in matematica.

McAfee muove i primi passi proprio all’università, ottenendo la cattedra al Northeast Louisiana State College. E qui il primo scandalo. Una relazione sessuale con una sua studentessa, diventata poi la prima delle tre mogli (l’ultima è Janise Dyson, conosciuta nel 2012 e più giovane di trentasette anni).

Ma non fu questa l’unica macchia del suo allora giovane curriculum. Venne arrestato per utilizzo di marijuana e più volte accusato di abusare di droga e alcool.

La svolta. Quando venne preso a lavorare per la Lockheed, società aerospaziale in California, entra per la prima volta in contatto con “Brain”, un virus informatico che si faceva strada tramite i mitici floppy-disk e attaccava i computer IBM, infettandoli.

Da qui la scintilla. Dapprima congegna un antivirus per sconfiggere Brain, e successivamente, nel 1987, fonda una società (la McAfee Associates) che porta il suo nome. E il successo fu strepitoso.

A posteriori, un pezzetto di Internet è racchiuso nel nome di McAfee, il primo antivirus a farsi strada sul mercato con un giro d’utenza a dir poco incredibile. In appena una manciata di anni la sua società raggiunge la ragguardevole quota di 80 milioni di dollari.

Nel 2008 il colpo di coda. McAfee vende la sua creatura, poi assorbita da Intel nel 2010, e si trasferisce in Belize, in America centrale.

E qui la carriera di McAfee prende una svolta negativa. Venne prima arrestato per presunte attività illecite dietro alla compagnia societaria produttrice degli antibiotici che aveva fondato dopo la vendita dell’a società di antivirus. L’indagine portava al sospetto che anziché produrre antibiotici, McAfee volesse invece tentare la conquista del mercato delle metanfetamine. E poi fu messo in carcere per aver abusato di una sedicenne. Scagionato per assenza di prove.

E infine arriva la notte del 21 novembre 2012, quando  il cadavere del cinquantaduenne Gregory Faull viene ritrovato in una pozza di sangue nella sua casa di San Pedro, in Belize, dove si era trasferito dopo il divorzio. A ucciderlo è stato un proiettile da 9 mm il cui bossolo viene trovato vicino al corpo. Il suo telefono e il suo computer sono spariti ma non ci sono segni di effrazione.

Da qui la grande fuga in Guatemala e l’arresto. Ma il Belize non ottenne l’estradizione consentendo all’imprenditore di tornare a piede libero. Non tardò ad arrivare l’ennesimo cambio di città. Portland nel 2013 e Lexinton, in Tennessee, l’anno successivo.

Plurimilionario, McAfee perse quindi tutto il suo patrimonio nella crisi dei mutui subprime. Il 5 ottobre 2020, incriminato dal dipartimento di Giustizia, McAfee parte per l’ultima fuga.

Direzione Istanbul, ma viene fermato dalla polizia spagnola all’aeroporto di Barcellona e incarcerato in una prigione nella quale è quindi morto suicida il 23 giugno 2021, subito dopo l’approvazione della richiesta di estradizione negli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato trent’anni di carcere per aver occultato al fisco dieci milioni di dollari ricavati da consulenze, trading di criptovalute e dalla vendita dei diritti sulla storia della sua vita.

In un post del 30 novembre 2019 su twitter McAfee mostra il braccio tatuato con la parola “whackd”, che in slang vuol dire “assassinato”,  preceduta dal simbolo del dollaro.

Sto ricevendo messaggi da funzionari statunitensi che dicono: ‘Stiamo venendo per te McAfee! Stiamo per ucciderti’. Oggi mi sono fatto un tatuaggio, per ogni evenienza. Se mi sono suicidato, non l’ho fatto. Sono stato colpito. Controlla il mio braccio destro“, si legge su Twitter. 

Per “tradurre” questo criptico messaggio una nota doverosa. John McAfee si candidò per due volte come Presidente degli Stati Uniti d’America, spostando così il suo interesse verso la politica.

E il programma non poteva che toccare trasversalmente l’informatica e in particolar modo la necessità di tutelare la privacy degli utenti, esposti alle intemperie del web. Fondò dapprima il suo partito con l’eloquentissimo nome di “Cyber”, per poi passare al Partito Liberale, dove però ottenne nel 2015 soltanto l’8% dei consensi.

Le ambizioni di diventare il numero uno della Casa Bianca furono chiaramente utopiche. Troppi gli scandali del suo passato compresi i guai con il fisco americano che accusava l’imprenditore di una maxi-evasione da milioni di dollari. Per McAfee furono invece usati come conseguenza di una cospirazione e di un complotto per la sua candidatura.

Il finale è una vicenda che farà parlare a lungo di John McAfee anche da morto.

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