App Immuni: ufficiale la data, come funziona e cosa traccia

Una piccola telenovela per l’app Immuni, da settimane vociferata, criticata, fatta oggetto di malumori ed ora (pare) pronta finalmente per la partenza ufficiale. Sarà un lancio “low cost” in quanto coinvolgerà solo quattro regioni italiane. Liguria, Puglia, Marche ed Abruzzo le quali entro venerdì 5 giugno vedranno la possibilità di poter far scaricare ai propri cittadini l’app Immuni in via sperimentale. La fase di test durerà una settimana. Dopo di che  sarà estesa al resto d’Italia.

Insomma sembra essere giunti al termine di una storia travagliata. Per non dire simpaticamente “un parto”. La data del 5 giugno è venuta fuori durante una videoconferenza in cui erano collegati il ministro dell’Innovazione Paola Pisano, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e i rappresentanti delle Regioni. “Bisogna partire entro la prima settimana di giugno“, è stato più volte ribadito. Il 5, un venerdì, può essere il giorno buono, ma la certezza si avrà solo quando sarà sciolto il nodo della privacy.

Il problema privacy

Uno dei nodi ancora fortemente in discussione riguarda quello della privacy. Il regolamento europeo impone che il Garante vagli e autorizzi la Dpia (Data Protection Impact Assessment) prodotta dal titolare del trattamento dei dati, cioè il ministero della Salute. È un documento cardine per garantire agli utenti la trasparenza e la protezione nelle operazioni eseguite sui dati sensibilissimi quali sono quelli di natura sanitaria. Il testo è fermo alla Direzione generale dei sistemi informativi del ministero della Sanità, i tecnici stanno elaborando le questioni sollevate da Antonello Soro. “Lo stiamo completando, a giorni lo invieremo al Garante“.

App Immuni, c’è il codice sorgente

Nel frattempo, al di la di ogni dubbio riguardo la privacy, mercoledì scorso Apple e Google hanno rilasciato i loro aggiornamenti, indispensabili perché gli sviluppatori scelti da 22 governi e alcuni Stati Usa potessero procedere (con le loro rispettive app). Ieri l’italiana Bending Spoons e il dipartimento del ministro dell’Innovazione Paola Pisano hanno reso pubblica una parte del codice dell’App Immuni. Quella parte relativa alla app e che funge da porta sul server di Sogei su cui verrà conservata parte dei dati, aprendosi alle segnalazioni degli esperti. Su GitHub si trova il codice sorgente dell’app per Android e per iOS. Entrambi i sistemi operativi sono stati aggiornati negli scorsi giorni per poter essere in grado di supportare queste applicazioni utili al tracciamento dei contagi. 

Ma come funziona Immuni?

Chi risulta positivo al tampone, viene contattato dall’ufficio di igiene della Asl competente ed è chiamato fornire il codice di 16 cifre associato alla app. Quel codice viene inserito nel server, che, automaticamente, lo invia a tutti gli utenti di Immuni. Il processo di tracciamento dei contatti avviene a livello del telefonino. Solo chi ha incontrato, nei precedenti 14 giorni, l’utente associato a quel codice riceverà la notifica di rischio contagio. L’app ci avviserà se siamo stati vicini a qualcuno poi rivelatosi positivo a Sars-Cov-2. Lo farà senza sapere dove e come ci siamo spostati, ma registrando i codici anonimizzati dei nostri incontri con gli infetti. Ricordiamo che l’app si basa sulla tecnologia bluetooth, principio cardine su cui si muove l’Europa. Per ora non è previsto l’uso del Gps, per ricostruire i movimenti dell’infetto.

Riccardo Mantica

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