Diciamolo subito. C’era da aspettarselo. Colpa del COVID-19 non ci giriamo nemmeno intorno. Certo tra il pensarlo e il rendersene conto fa sempre effetto. E’ stato un vero e proprio tracollo quello del mercato auto Italia nel mese di marzo. Le immatricolazioni sono calate dell’85,4% a quota 28.326 unità. A rivelarlo, i dati del ministero dei Trasporti.
Una situazione “attesa”, ma che getta interrogativi importanti sul futuro dell’auto. Le previsione parlano di un 2020 che verrà chiuso in passivo. Nel periodo gennaio-marzo 2020 (primo trimestre) la motorizzazione ha immatricolato quindi in tutto appena 347.193 autovetture, con una variazione del -35,47% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019, durante il quale ne furono immatricolate 538.067. Numeri mai così negativi nella storia dell’auto che non possono certo far sorridere.
In questo contesto Fca a marzo ha immatricolato 4.649 auto, con un calo del 90,34% rispetto ai 48.109 dello stesso mese dell’anno scorso. La quota di mercato scende al 16,41% dal 24,76%. Nel primo trimestre dell’anno, Fca ha venduto così 85.875 autoveicoli, il 35,04% in meno rispetto ai primi tre mesi del 2019.
Secondo le previsioni dell’associazione della case automobilistiche estere Unrae l’anno si potrebbe chiudere a 1,3 milioni di immatricolazioni, segnando -60% e riportando il mercato ai numeri della grande crisi del 2013. Previsioni nere che mettono a rischio la stabilità dell’intero settore che conta 160.000 addetti tra case automobilistiche e concessionarie e rappresenta il 10% del PIL.
Una situazione che accomuna l’Italia alla maggioranza dei paesi europei coinvolti dall’epidemia di Coronavirus. La Francia, ad esempio, ha registrato un crollo del 72% nelle vendite come riferito dall’associazione dei produttori di auto CCFA, una situazione che rischia di estendersi all’intero primo semestre dell’anno, condizionando pesantemente l’andamento per tutto il 2020. Si attendono chiaramente i dati del mercato europeo ma aspettiamoci sicuramente crolli verticali anche in Germania e Spagna.
Da segnalare come unica nota positiva quella di Tesla. Non tanto per le unità totali vendute che sono 424 con un incremento del 57%, ma per il fatto che grazie al suo modello di business ha continuato a immatricolare e consegnare vetture. Si apre a tal proposito una seria riflessione per l’intero settore su come il digitale possa rimettere in discussione le modalità di relazione e acquisto dei clienti.
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