Chefchaouen: la città blu del Marocco

Ci sono posti che meritano di essere raccontati. Chefchaouen è una città del Marocco, popolata da oltre 35mila persone e situata nell’omonima provincia della regione di Tangeri-Tétouan, che comprende l’enclave spagnola di Ceuta, poco distante dallo stretto di Gibilterra.

Chefchaouen: la città blu

Non esistono documenti storici che spiegano con precisione le antiche origini della città, si pensa tuttavia, che essa sia stata edificata sulle rovine della città romana di Apinum.

I primi cenni storici su Chefchaouen, fanno riferimento alla dominazione islamica: fu di Abi Mohamed Hassan Ben Jemaa (della famiglia di Moulay Idriss, fondatore del primo stato islamico del Marocco) l’idea di realizzare una fortezza (situata nei pressi della valle di Adoua) per resistere alle ondate nemiche dei portoghesi.

Nel 1471, dopo aver adunato le varie tribù del paese per combattere gli invasori, venne assassinato nella moschea del villaggio di Kharouba Beni Arouss e fu nominato il cugino, Moulay Rachid Ben Ali, come suo successore.

Uno dei primi propositi del “Kahalifa” fu appunto la costituzione di una roccaforte a difesa degli attacchi nemici. Dopo aver studiato con precisione il progetto di Abi Jemaa, comprese che il suolo di Adoua non era adatto a costruzioni e decise di edificare l’accampamento sulla riva est del fiume El Fouarat: una zona remota, senza sbocchi sul mare e lontana 100 km da Ceuta, è qui che nasce Chefchaouen.

La Storia di Chefchaouen

Dopo la fondazione ufficiale, la città venne governata tramite un principato, durato ben 90 anni: Moulay Rachid Ben Ali (dal 1471 al 1516); Moulay Ibrahim Ben Ali (dal 1516 al 1539) e Moulay Mohamed Ben Ali (dal 1539 al 1561).
Chefchaouen fu sottoposta a dominazione islamica fino al 1920, anno in cui gli spagnoli presero il controllo della zona nord del Marocco e instaurarono il proprio protettorato (terminato nel 1956).

Dal XIII secolo in poi, la città è stata meta di tre grandi esodi da parte dei musulmani provenienti dalla regione spagnola dell’Andalusia: la prima ondata (1483) portò con sé gli abitanti del nord, la seconda (1493) coinvolse invece i cittadini dell’ormai caduta Granada; all’ultimo (ma non meno importante) esodo, parteciparono tutti i musulmani spagnoli, che rifiutarono di convertirsi al cattolicesimo durante il regno della Regina di Castilla, nel 1502.

La Curiosità

Chefchaouen è da sempre considerata una città santa, in cui fu proibito per secoli l’ingresso agli stranieri; oggi è invece una delle mete turistiche più ambite del Marocco, conosciuta per i suoi luoghi di interesse (Medina, piazza Hammam, moschea e kasbah) e per il caratteristico color azzurro delle sue mura.

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Cristian Nisticò

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Cristian Nisticò
Tags: Marocco

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