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Marco Pantani: un campione dall’animo fragile

Marco Pantani
Marco Pantani è stato uno dei più grandi ciclisti di sempre: una vita vissuta al limite, sempre sui pedali. E una morte ancora piena di mistero.

Marco Pantani nasce il 13 gennaio del 1970 all’Ospedale Bufalini di Cesena. Secondogenito di Paolo ed Ermanna Montanari, commerciante di piadine romagnole, cresce e pratica fin da subito sport come la caccia, pesca e calcio prima di ricevere una bicicletta dal nonno e comprendere la sua grande passione per il ciclismo: tesserato presso il G.C. Fausto Coppi di Cesenatico, conquista la corsa Case Castagnoli di Cesena prima di essere protagonista di due sfortunati incidenti e guadagnarsi una terza piazza al Giro d’Italia per dilettanti del 1990. L’inizio del decennio è inoltre caratterizzato da altre due partecipazioni nella competizione (secondo nel 1991 e primo nel 1992) e dal debutto nel vero e proprio Giro d’Italia per professionisti, diretto da Davide Boifava nel Team Carrera: nel 1994 le vittorie a Merano e Aprica, insieme al secondo posto nella classifica generale finale, sanciscono ufficialmente l’esplosione del talento emiliano che, nel corso del blasonato Tour de France, si aggiudica inoltre la maglia bianca di miglior giovane e conclude la propria esperienza sul podio. Tuttavia, l’anno seguente, un grave incidente con un’automobile (avvenuto nel corso della preparazione al Giro) costringe Pantani a focalizzarsi completamente sulla corsa francese: nonostante le condizioni che attanagliano il ginocchio, il corridore conquista comunque due tappe e detiene la maglia bianca, ma conclude il Tour fuori dalla top ten. Continuano le sfortune personali del “Pirata”, ma i risultati arrivano comunque: dopo aver ottenuto la terza posizione al Campionato mondiale di Colombia, è investito da un fuoristrada (che viaggiava in senso contrario sulla sede di gara) durante la Milano-Torino e ricoverato successivamente al CTO per una frattura di tibia e perone. (sito ufficiale del Pirata)

Marco Pantani: Doppietta Giro-Tour con la Mercatone Uno

Pantani ritorna in pista cinque mesi dopo e, nel 1997, si trasferisce alla Mercatone Uno. Durante il Giro di quell’anno è tuttavia protagonista di nuovo incidente per via di un gatto che attraversa la strada durante il passaggio del gruppo, nel corso della discesa del valico di Chiunzi: lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra, competizione finita. In seguito ad un’altra grande prestazione in Francia (con annessa lotta per la maglia gialla) conquista sia il Giro d’Italia che il Tour de France della stagione 1998, entrando ufficialmente nella storia del ciclismo italiano. Nel 1999, il cosiddetto episodio di Madonna di Campiglio condiziona la carriera di Marco Pantani: squalifica per 15 giorni ed esclusione immediata dalla Corsa Rosa per via dell’alta concentrazione di globuli rossi nel sangue (motivi di salute).

Continua il “complotto divino”: ultimi anni e morte

Dopo aver rinunciato al Tour (per protesta) il corridore è affranto e depresso, ma decide comunque di prendere parte alle corse del 2000: prova incolore (nel Giro) per via della forma fisica e psicologica non ottimale e ritiro dal Tour in seguito a problemi intestinali. Dal 2001 al 2003, è nuovamente influenzato dalla depressione: entra nella clinica “Parco dei Tigli” ed è seguito successivamente dai medici personali. Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani è trovato morto nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini: l’autopsia rivela che la morte è causata da un edema polmonare e cerebrale (conseguente ad un’overdose di cocaina), ma tuttavia rimangono aperte delle piste riguardanti un possibile complotto nei suoi confronti da parte di organizzazioni criminali.

[Photo PopArt by Stylology.it]

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