Pyotr Tchaikovsky: la vita tragica di un genio

Il 7 maggio si celebra la nascita di Pyotr Tchaikovsky, nato nel 1840 e morto il 6 novembre 1893. Uno dei massimi compositori di musica, autore di sinfonie tra le più popolari ancora oggi. Viene considerato uno dei maggiori interpreti del romanticismo musicale.

Pyotr Tchaikovsky: la vita

Originario di Kamsko-Votkinsk, nella zona occidentale della Russia,Pyotr Tchaikovsky è morto a San Pietroburgo. Fin da piccolo, ha alimentato la sua voglia di fare musica studiando pianoforte e avendo la fortuna di avere tra i maestri l’italiano Luigi Piccoli, che lo ha portato ad amare e apprezzare Rossini, Bellini e Donizetti.

Tchaikovsky si è diplomato al conservatorio di San Pietroburgo e, dopo aver insegnato per alcuni anni proprio qui, ha iniziato la carriera di direttore d’orchestra, viaggiando in tutto il mondo. Morendo, ci ha lasciato però opere di inestimabile valore e bellezza tra sinfonie, opere, balletti, musica sinfonica, da camera e sacra. Non c’era tipo di musica che gli era sconosciuta. Tra i suoi lavori più celebri, non possiamo non citare Il lago dei cigni, La bella addormentata e Lo schiaccianoci, tutti e tre balletti. Inoltre, le ultime tre sinfonie, il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 e l’Ouverture 1812.

La sua frase più bella

Una delle sue citazioni è la sintesi perfetta della vita di Pyotr: Sono sicuro che nelle mie opere appaio come Dio mi ha fatto e così come sono diventato attraverso l’azione del tempo, della mia nazionalità ed educazione. Non sono mai stato falso con me stesso. Quello che sono, buono o cattivo, lo debbono giudicare gli altri.

Nella sua musica, c’è la fusione perfetta tra quella popolare russa e quella classica. In contrasto con la visione estetica del Gruppo dei Cinque, invece caratterizzata da un maggiore nazionalismo musicale. Va detto altresì che, inizialmente, Tchaikovsky – pur amando a dismisura la musica – aveva iniziato la facoltà di Giurisprudenza, abbandonando però l’idea di diventare avvocato non appena si presentò l’occasione di frequentare il Conservatorio musicale di San Pietroburgo. Nella Russia dell’epoca, la musica non veniva ancora considerata una carriera e non era neanche regolamentata. (Wikipedia)

Una vita tragica

Si dice spesso che i grandi artisti traggono ispirazione da una vita difficile, a tratti tragica. Non si sottrae a questa definizione neanche il compositore russo. La madre morì che lui era ancora giovane, la sua omosessualità lo allontanò dai rapporti sociali. Inevitabili, in queste circostanze, la depressione a una visione fatalista dell’esistenza. La sua morte è attribuita al colera, ma più di uno ha avanzato l’ipotesi del suicidio o il contagio volontario con la malattia o mediante altra forma di avvelenamento.

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Sergio Lucarelli

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