Edmund Hillary
La madre dell’universo, ossia la cima dell’Everest, è stata scalata per la prima volta il 29 maggio 1953. L’eroe è uno scalatore neozelandese, Edmund Hillary, amante dello sport estremo e che a 16 anni aveva già scalato i rilievi del Southern Alps, a sud della Nuova Zelanda.
Se l’uomo a lungo ha guerreggiato cercando di arrivare per primo nello spazio, lo stesso si può dire per le vette delle montagne. In particolare tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, il prestigio si otteneva con queste imprese. E la cima più alta della catena dell’Himalaya, che dal 1865 è stata intitolata a Sir George Everest, responsabile dei geografi britannici in India, era preda succosa.
Per trent’anni sono stati gli inglesi a tentare inutilmente di arrivare in cima al mondo. I primi tentativi sono del 1921, nel 1924 George Mallory e Andrew Irvine muoiono provandoci. Negli anni Cinquanta, il Regno Unito riprese a provarci. Ma l’occupazione del Tibet da parte dei cinesi aveva intanto chiuso questo passaggio, lasciando come unica via il Nepal. Furono gli alpinisti svizzeri André Roch e Raymond Lambert a provarci attraverso questa strada, raggiungendo una quota tra i 7 mila e gli 8 mila metri, mai raggiunta finora. (è davvero la montagna più alta del mondo?)
Nella primavera del 1953, dopo aver scalato i 3.765 metri di Mount Cook, Hillary decise di provare l’impresa. La spedizione inglese era guidata da John Hunt, c’era pure lo sherpa nepalese Norgay Tenzing. Si partì a marzo del 1953, alle 11.30 del 29 maggio Hillary e Tenzing arrivarono al traguardo, gli 8.848 metri della cima. Piantarono la bandiera britannica, rimasero un quarto d’ora e poi ripartirono. Un bellissimo regalo per la Regina Elisabetta, incoronata da poco, che ricambiò facendo Hillary baronetto.
In Nepal, il neozelandese è tuttora una leggenda, anche perché ha contribuito alla fondazione e al finanziamento di scuole, strade e ospedali nel Paese. Dopo Hillary, da ricordare nel maggio del 1978 la prima spedizione sull’Everest da parte di Reinhold Messner e Peter Habeler senza l’ausilio dell’ossigeno.
CURIOSITA’: Codice Morse: il primo messaggio inviato nella storia delle telecomunicazioni.
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