Styling

Lexus LS: eleganza sportiva al Salone di Detroit

Ha ancora senso parlare di un modello per pochi? Certamente, perché si tratta delle auto migliori; sarebbe molto triste e noioso occuparsi solo di utilitarie. Le ammiraglie sono per definizione auto per pochi privilegiati.

La nuova Lexus LS, presentata al Salone di Detroit 2017, rappresenta l’ammiraglia del marchio di lusso creato da Toyota ormai quasi trent’anni fa. E’ più grande, più leggera, più moderna, più potente e più lussuosa della generazione che sostituisce. Partiamo con una panoramica.

Lexus LS: dimensioni importanti

Quando si tratta di ammiraglie, le dimensioni contano. Naturalmente parliamo di differenze misurate in millimetri, perché le automobili non sono navi; tuttavia si tratta di questioni importanti, perché incidono sullo spazio a disposizione per i passeggeri e anche sul comportamento dinamico della vettura.

La nuova Lexus LS è costruita sulla nuova piattaforma del gruppo giapponese specifica per modelli di lusso, chiamata GA-L. Permette di ottenere i telai più rigidi di sempre, grazie agli ormai consolidati processi industriali che impiegano abbondanti proporzioni di acciaio ad alta resistenza e alluminio. Maggiore rigidità significa migliore tenuta di strada e anche maggiore comfort per i passeggeri. L’altro vantaggio fondamentale dell’uso di questi materiali è la leggerezza. La nuova LS pesa circa 90 Kg in meno della precedente (anche grazie al motore più compatto), a tutto vantaggio di tenuta, prestazioni e consumi.

Le dimensioni, dicevamo. Il passo è aumentato di 35 mm, arrivando a 3.125. La lunghezza totale è di 5.235 mm (+23), la larghezza 1.900 mm (+10), mentre diminuisce l’altezza, scesa a 1.450 mm (-15), altro vantaggio su prestazioni, consumi e stabilità.

Design: eleganza sportiva

L’immagine è fondamentale per un’ammiraglia, deve trasmettere soprattutto importanza (del proprietario). Cominciamo questa volta dagli interni. Per sintetizzare la loro idea di design, in Lexus usano una parola della lingua giapponese: omotenashi, significa ospitalità, prendersi cura delle persone che occupano il veicolo.

Il lusso in un’auto del genere va dato per scontato, però non è mai una cosa facile da ottenere, perché chi paga tanto esige anche tanto. Uno dei rischi a volte è sacrificare il comfort per ottenere dei miglioramenti nel comportamento stradale.

La nuova Lexus LS, secondo quanto ci assicurano dalla casa, non è scesa a compromessi. Materiali di assoluta eccellenza per sedili e pannelli, gradevolezza visiva, insonorizzazione totale permessa dalle minori vibrazioni del telaio più rigido e anche dalla tecnologia di cancellazione delle frequenze sonore fastidiose tramite emissione di frequenze in controfase dall’impianto audio. Nell’abitacolo (un soggiorno, più che altro) della LS domina il bianco, per accentuare l’atmosfera rilassata. Poi i sedili posteriori offrono addirittura una funzione di massaggio shiatsu.

Tanto sono tranquilli gli interni quanto dinamico è il design esterno. Nonostante la stazza imponente da berlinona, l’aspetto della Lexus LS ha molto della coupé. L’anteriore è dominato dalla linea caratteristica della calandra, sempre molto originale e accattivante. I gruppi ottici sottili contribuiscono ad esaltare le forme aerodinamiche. Il profilo è particolarmente riuscito, ha quella giusta combinazione di eleganza e sportività sempre molto critica da bilanciare. La coda è forse la sezione più classica e anche quella dal tratto più aggressivo e spigoloso.

Motore: arriva il turbo

La meccanica presenta una novità, largamente logica e prevista ma pur sempre inedita in questo modello. Perché nelle serie precedenti la Lexus LS montava un motore V8 5.0 aspirato. Il modello esposto a Detroit, la LS 500, sfoggiava invece un nuovo V6 3.5 biturbo da 421 cavalli e 600 Newton metri di coppia.

Sarà certamente molto interessante vedere la versione ibrida che arriverà in Europa. Il cambio arriva direttamente dalla LC 500, l’ automatico a 10 rapporti; è stata scelta la tecnica del convertitore di coppia invece della doppia frizione, perché si è riusciti ad ottenere simili tempi di cambiata senza la complessità dell’altra soluzione. Grazie anche alla trazione integrale, l’accelerazione 0-100 viene stimata in 4.5 secondi. E’ un bel viaggiare.

Roberto Speranza

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Roberto Speranza

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