Escher: le sue immagini interiori hanno stregato Milano

Dopo aver incantato Roma, Bologna e Treviso, l’esposizione dedicata a Maurits Cornelis Escher si riconferma tra le più amate e seguite anche dal pubblico milanese.

Presso le sale di Palazzo Reale, l’esposizione a lui dedicata sarà visibile fino al 22 gennaio 2017: un vero e proprio viaggio all’interno dello sviluppo creativo di questo artista straordinario, partendo dalla radice liberty della sua cultura figurativa, per poi soffermarsi sul suo amore per l’Italia ed individuare nel viaggio a L’Alhambra e Cordova la causa scatenante del suo particolarissimo interesse per le forme geometriche.

Punto focale della kermesse milanese è tuttavia il periodo della maturità di Escher, con l’esaltazione dei temi della tassellatura e degli oggetti improbabili, nonché degli aspetti matematici e di percezione visiva.

Escher: 200 opere esposte a Milano

Oltre 200 le opere in mostra a Milano, suddivise in 6 sezioni, dedicate all’esperienza romana del maestro, (che tra il 1923 al 1935 si trasferì nella capitale) e al soggiorno in Spagna, con gli arabeschi dell’Alhambra.

Il percorso si snoda poi attraverso le sezioni intitolate ‘superfici riflettenti e struttura dello spazio’, ‘metamorfosi’, ‘paradossi geometrici’, ‘economia escheriana’ ed ‘eschermania’, dedicata ai lavori di altri artisti, tra cui grafici, musicisti e registi, che hanno attinto a piene mani dall’immaginario escheriano, riconoscendo in esso un’attualità ed originalità assolutamente sorprendenti. Uno spazio capace di documentare quanto la lezione di Escher sia stata centrale nella cultura, nell’editoria e nella musica del Novecento, influenzando il mondo dei fumetti, della pubblicità, dei videoclip musicali, del cinema e persino le nuove tecnologie digitali.

Maurits Cornelis Escher

Incisore, intellettuale e matematico, Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è stato uno dei più noti grafici del suo tempo. Artista complesso ed estremamente prolifico, ci ha lasciato in eredità 448 litografie e incisioni su legno, oltre a duemila disegni e schizzi, ma anche un’acuta osservazione della realtà, confluita in un linguaggio che costituisce un unicum nel panorama della storia dell’arte.

Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico che si trova dietro le cose, per poi farne le premesse compositive per quelle che chiamerà ‘immagini interiori’. Uno sguardo sulla realtà a tratti colto e complesso, a tratti divertente e divertito dalle infinite possibilità del disegno ricorsivo, dalla geometrizzazione delle forme naturali e dagli incastri prospettici. Un’osservazione che da vita ad un linguaggio visionario, in grado di suscitare la curiosità di grafici e scienziati, fisici e matematici, ma anche di spettatori di tutte le età.

Tra i principali capolavori esposti a Palazzo Reale ricordiamo “Mano con sfera riflettente” (1935), “Relatività (o Casa di scale)” (1953), “Metamorfosi” (1939), “Belvedere” (1958), “Convesso e concavo” (1955) e la xilografia a tre blocchi “Altro mondo” (1947), oltre a esperimenti scientifici, giochi e approfondimenti didattici che consentono ai visitatori – grandi o piccini che siano – di meglio comprendere le paradossali elaborazioni grafiche di Escher, che pur si armonizzano in una dimensione artistica assolutamente originale.

LEGGI ANCHE: Jean-Michel Basquiat: al Mudec una mostra imperdibile.

Martina Brusini

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Martina Brusini

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