Alda Merini: una vita intensa tra dolore e follia

Il 1° novembre 2009 veniva a mancare la grande poetessa Alda Merini. Scomparsa all’età di ottantacinque anni (era nata a Milano il 21 marzo del 1931), Alda Merini è riconosciuta come la maggiore poetessa italiana del secondo Novecento.

Le sue liriche, influenzate profondamente dalle esperienze della sua vita a tratti molto difficile, toccano un’intensità e una profondità difficilmente eguagliabili, camminando sempre sul sottile filo che separa dolore e follia.

Alda Merini: la vita

Alda Merini nasce da una famiglia di origini modeste e inizialmente studia pianoforte. L’esordio come autrice avviene quando ha appena quindici anni e l’anno successivo inizia a comparire anche la sindrome bipolare che l’accompagnerà per tutta la sua vita, fino a farle fare la durissima esperienza dell’ospedale psichiatrico di Villa Turno.

L’esperienza di internamento di un mese in quello che all’epoca era noto anche come manicomio, segna profondamente il resto di tutta la sua vita. Alda Merini cerca conforto nella scrittura e nella poesia e soprattutto cerca di ricostruirsi una vita che possa essere definita normale.

Negli anni, oltre alle sue opere letterarie, arrivano così anche due matrimoni (prima conEttore Carniti e poi con Michele Pierri) e la nascita di quattro figlie (Simona, Flavia, Emanuela e Barbara, avute tutte con Carniti).

Nel 1950 alcune sue opere poetiche vengono inserite all’interno dell’Antologia della poesia italiana 1909-1949 mentre tre anni dopo arriva la pubblicazione del suo primo volume di poesie, La presenza di Orfeo. Fra le altre sue opere più celebri: La Terra Santa, Superba è la notte, Clinica dell’abbandono.

Riconoscimenti

Tra i riconoscimenti che le sono stati attribuiti nel corso della sua carriera il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la Poesia (ottenuto nel 1993), il Premio Viareggio per La vita facile (ricevuto nel 1996) e il Premio procida-Elsa Morante che le è stato consegnato nel 1997. Alda Merini ci ha lasciato nel 2009, a causa di un tumore osseo che l’ha portata via.

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Barbara Vellucci

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