Frank Lloyd Wright: cambiò il volto dell’architettura

L’8 giugno del 1867 nasceva a Richland Center, negli Stati Uniti, uno degli architetti più influenti del Ventesimo secolo: Frank Lloyd Wright. La sua influenza è stata talmente importante che nel 2011 il Presidente americano Barack Obama ha chiesto che le sue opere venissero considerate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

E in effetti Frank Lloyd Wright è considerato una pietra miliare dell’architettura mondiale, insieme a Alvar Aalto, Walter Gropius, Le Corbusier e Ludwig van der Rohe con cui tra l’altro condivide il pregio di aver fatto parte del Movimento Moderno in Architettura. Wright è inoltre considerato uno dei principali esponenti della corrente organica dell’architettura contemporanea.

Frank Lloyd Wright: architettura organica

L’idea di architettura idealizzata da Frank Lloyd Wright venne ampiamente illustrata nel volume Architettura organica del 1939: al bando la mera ricerca estetica o il gusto del superficiale, la progettazione dovrebbe piuttosto cercare di creare una sorta di armonia tra l’uomo e la natura che lo circonda e tentare così di trovare un nuovo equilibrio. Lo scopo principale dell’architettura di Wright è dunque quello di riuscire ad integrare perfettamente ambiente costruito in un ambiente naturale, il tutto all’insegna di quella che può essere definita come interconnessione organica. E uno degli esempi concreti maggiormente rappresentativi di queste teorie è la casa sulla cascata, terminata del 1936.

Le opere architettoniche di Frank Lloyd Wright si concentrano soprattutto sullo studio delle case d’abitazione unifamiliari (le prairie houses). Attraverso di esse l’architetto/artista approfondisce il rapporto fra l’individuo e lo spazio architettonico e fra quest’ultimo e la natura, che è invece considerata come un punto di riferimento fondamentale per l’esterno. Le prairie houses sono costruzioni in grado di saper coniugare estetica, modernità, uso della tecnologia con la tradizione, la sicurezza e la privacy di chi vi abita.

Se si guarda alle caratteristiche principali delle prairie houses si comprende quanto Frank Lloyd Wright attribuisse importanza alla concezione di casa come rifugio, con un ingresso spesso labirintico e nascosto, con i giardini schermanti grazie alla presenza degli alberi e all’interno spazi privi di partizioni quando si tratta del pian terreno, con un camino al centro che diventa il fulcro della casa. Il tutto secondo una profonda continuità tra l’architettura e la natura, binomio inseparabile e assicurato dalla presenza di un giardino molto curato.

[Photo free by Pixabay – Museo Guggenheim, New York]

Mary Carbonero

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