La storia di Kana Harada e del suo treno

La storia della liceale giapponese Kana Harada, diciassette anni, ha dell’incredibile e del malinconico in sé. È incredibile perché Kana vive sull’isola di Hokkaido, nei pressi del monte Takayama, e ogni mattina prende il treno nella piccola stazione ferroviaria di Kyu-shirataki che è stata lasciata aperta per permettere a lei, e soltanto a lei, di poter andare a scuola e poi tornare a casa. Kana è l’unica a prendere quel treno, su una tratta ferroviaria che avrebbe dovuto essere abolita ma che resterà attiva finché lei non avrà concluso il liceo presso l’istituto Enguru.

La storia di Kana Harada

E così, ogni mattina, Kana alle 7:15 sale sul treno che la porta a scuola e che per lei effettua una fermata di venti secondi, giusto il tempo per permetterle di salire sul convoglio. E stessa cosa accade nel pomeriggio, quando il treno la riconduce a casa sua. Una sorta di scuolabus con le sembianze di un treno potremmo dire.

È malinconica perché la storia di Kana è il risultato di una crisi e di un calo demografico che in Giappone sono strettamente legati al record della decrescita e al record nel numero di anziani. Insomma, il Paese del Sol Levante sta decrescendo a livello economico e per contro sta invecchiando molto. Ed è per questo che storie come quella di Kana raccontano di come il Giappone veda spopolare le proprie aree rurali, fino a veder scomparire intere comunità.

Kyu-shirataki chiuderà il 26 marzo 2016

La stazione di Kyu-shirataki chiuderà dopo il 26 marzo di quest’anno, giorno in cui Kana terminerà i suoi studi. Poi, molto probabilmente, potrebbe lasciare anche lei il suo paesino. Sta di fatto, però, che il treno non passerà più e non si fermerà più né per far salire passeggeri né per farli scendere. E non sarà la sola fermata ad essere cancellata perché la Japan Railways Hokkaido avrebbe già programmato la chiusura di tre stazioni sulla medesima linea. Non ci sono più passeggeri, inutile tenerle attive.

E se la storia di Kana e delle trasformazioni delle zone rurali giapponesi mettono un pizzico di malinconia, c’è anche da dire che la vicenda di questa studentessa lascia ben comprendere quanto sia diverso il rapporto Stato/cittadino in Giappone rispetto a quello di altri Paesi (compresa l’Italia), dove Kana, forse, non sarebbe stata affatto tutelata e avrebbe dovuto organizzarsi diversamente per poter continuare a frequentare la scuola.

[Photo free by Pixabay]

Barbara Vellucci

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Barbara Vellucci

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