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Libertà di panorama: i monumenti sono salvi (per ora)

Nulla di fatto. E’ finita così oggi la vicenda in merito alla libertà di panorama: il Parlamento Europeo ha rigettato la proposta di imporre un’autorizzazione per l’uso commerciale di ogni immagine che ritrae monumenti, opere o affini. Solo 40 su 751 i parlamentari favorevoli all’emendamento in questione (qui la news). Contestualmente è stato bocciato anche l’emendamento proposto da Marietje Schaake sul diritto di usare fotografie, video e altre immagini di monumenti, opere e affini presenti in aree pubbliche senza richiedere alcuna autorizzazione.

Libertà di panorama: ecco cosa è successo

Il 9 luglio 2015, presso il Parlamento Europeo di Strasburgo, si è discusso su una possibile riforma della legislazione sul copyright (per quanto riguarda la libertà di panorama nell’era digitale). Nei giorni scorsi, molte testate giornalistiche hanno “denunciato” questo possibile cambiamento a livello legislativo, che avrebbe potuto oltrepassare (e confondere) il confine tra libertà personale di fotografare lo spazio pubblico e violazione del diritto d’autore a fini commerciali. (Wired.it ne parlava qualche giorno fa)

L’europarlamentare tedesca Julia Reda, ha proposto al parlamento di riformare questa legge sul copyright (ferma al 2001, anno in cui internet ed i social network non erano di uso comune) per consentire l’estensione della libertà di panorama a tutti i paesi membri dell’UE, dato che fino ad oggi ogni nazione ha adottato un suo personale protocollo con relative norme da rispettare. E’ stata invece presa in considerazione la proposta contraria del francese Jean-Marie Cavada, finalizzata alla regolamentazione delle norme di utilizzo commerciale di materiale fotografico/audiovisivo tramite diretto ed esclusivo consenso dell’autore.

Dove sorge il problema

Prima che internet diventasse di uso comune, un cittadino membro dell’unione aveva la possibilità di farsi fotografare (ad esempio) nei pressi di monumenti ed opere d’arte, ma solo se le effettive immagini venivano dichiarate strettamente legate ad un uso personale e quindi non direttamente connesse a fini pubblicitari e commerciali. I social network (in particolare Facebook) ci consentono di condividere gratuitamente video ed immagini che ci ritraggono nel corso della nostra vita; allo stesso tempo però, le condizioni di utilizzo dei siti ci impongono di dichiararci diretti proprietari del materiale pubblicato e di accettare le norme che consentono a loro di utilizzarle in ambito commerciale per poter trarre profitto economico.

Il dietrofront del Parlamento Europeo

I deputati del Parlamento Europeo (da europarl.europa.eu) hanno ufficialmente dichiarato che le prossime proposte di riforma per adattare il diritto d’autore all’era digitale devono garantire un giusto equilibrio tra i diritti e gli interessi dei creatori e dei consumatori. Il Parlamento chiede inoltre di migliorare l’accesso ai contenuti online a livello transfrontaliero, pur riconoscendo l’importanza delle licenze territoriali, specialmente per la produzione audiviovisiva e cinematografica. (La protesta Freedom of Panorama montata in Rete nei giorni scorsi)

Per quanto riguarda il diritto di creare e pubblicare le immagini e le fotografie di edifici pubblici e opere d’arte, i deputati hanno preferito mantenere la situazione attuale eliminando la proposta presente nel progetto di risoluzione dove l’utilizzo commerciale di tali immagini sarebbe stato consentito solo previa richiesta di autorizzazione preventiva ai titolari dei diritti. Secondo le norme attuali sul diritto d’autore UE, gli Stati membri hanno la possibilità di inserire la cosiddetta clausola sulla “libertà di panorama” nella propria legislazione sul copyright, per consentire a chiunque di utilizzare tali riproduzioni senza previa autorizzazione.

“Il Parlamento ha ascoltato le preoccupazioni degli europei e definitivamente respinto la proposta di limitare il diritto di fotografare liberamente lo spazio pubblico. Questa decisione esemplifica il messaggio centrale della relazione: l’imminente proposta di riforma da parte del Commissario Oettinger deve riflettere il ruolo essenziale e poliedrico delle eccezioni – dando agli autori lo spazio per creare, agli utenti la certezza del diritto per le loro azioni quotidiane e l’accesso a tutti alla cultura e alla conoscenza- ha dichiarato Julia Reda (Greens/EFA, DE), a conclusione del voto”.

In Italia come funziona?

Il codice dei beni culturali e del paesaggio firmato da Giuliano Urbani nel 2004 parla chiaro: serve una autorizzazione per le immagini scattate a beni culturali storici. In pratica non esiste libertà di panorama. Ma una foto del Duomo sulla mia pagina Facebook è illegale? Il discorso è lungo. Speriamo qualcuno ne venga a capo il prima possibile.

[Photo by Pixabay]

Cristian Nisticò

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Cristian Nisticò

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