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Lavorare per Facebook: ecco le regole di Mark

Sono migliaia se non milioni le persone che un giorno sognano di poter andare a lavorare per uno degli imperi informatici più potenti degli ultimi anni: Facebook. Per mettere in atto la propria passione per il web, o anche semplicemente per  fare le pulizie e respirare quell’aria di creatività ed innovazione nella sede centrale di Palo Alto. Proprio per questo motivo, in occasione del Q&A tenutosi al Mobile World Congress 2015 di Barcellona lo stesso Mark Zuckerberg ha risposto alle domande dei presenti e tra la questione della sicurezza delle donne sul social, la rimozione di certi contenuti come richiesto dai governi ed un simpatico aneddoto riguardo il prosciutto spagnolo, ha anche svelato il “segreto” che lo porta a reclutare volti nuovi e ad aver assunto le persone più importanti che ora fanno parte del suo grande impero.

Lavorare per Facebook: i consigli di Mark

Uno dei primi consigli dato dal magnate del social network è quello di essere un passo avanti per quello in cui si crede, per i propri obiettivi. “Facebook non è un’azienda per tutti”, ricorda lo stesso, “abbiamo una forte opinione del cambiamento che vogliamo portare nel mondo. Crediamo che questo sarà migliore quando tutti avranno la possibilità di condividere quello che pensano ed essere in grado di connettersi con i propri amici e con tutto il mondo”. Continuando “alla fine crediamo fermamente che connettere il mondo e aiutare la gente a connettersi dia loro gli strumenti per costruire delle relazioni più forti e rimanere in contatto con la gente a cui si tiene” un metodo che aiuta anche la gente a creare dei business, che crescono e fanno crescere l’economia, “e penso che con il passare del tempo connettersi possa essere importante anche per i Governi e permettere alla gente di avere delle conversazioni riguardo questioni politiche e parlare con i leader che rappresentano nel loro paese. Io credo fermamente che questo sia una cosa buona per il mondo e se anche voi lo credere allora è l’azienda giusta per voi”.

Una delle GIF più popolari di Mark Zuckerberg

Lavorare per Facebook: il segreto

Per quanto riguarda la parte vera e propria della selezione del personale Zuckerberg svela quel “segreto” che probabilmente l’ha aiutato in parte ad arrivare al successo planetario: “Quando dirigi qualsiasi tipo di organizzazione ti trovi sempre di fronte a questa sfida in cui c’è sempre più pressione e sempre più lavoro da fare rispetto al numero delle persone che hai assunto per farlo. E questo è ciò che ti porta a voler assumere delle persone per farlo anche se non sono proprio le migliori”.

“Nonostante questa pressione dove sai di poter sempre trovare un compromesso, ma a lungo termine pagherà di più se viene assunto qualcuno che è veramente bravo”. Per questo motivo entrerebbe in campo un metodo particolare che gli permette di scegliere le persone giuste, quelle che sa possano effettivamente essere d’aiuto in un’organizzazione come quella del social network: “Nel corso del tempo ho sviluppato una regola semplice per cui assumo qualcuno a lavorare per me solamente se io stesso vorrei lavorare per lui”.
Questo non significa che lo stesso non vede l’ora di lasciare la sua carica nell’azienda creando una coda dietro di sé: “In un universo parallelo, se le cose fossero andate diversamente e io non avrei fondato Facebook, sarei felice di lavorare per quella persona. O se Facebook sparisse e dovessi trovare qualcos’altro da fare, che sarei felice di andare a lavorare per quella persona”.

Un test efficace che, bisogna ammetterlo, negli corso anni ha dato i suoi grandi frutti, ma al contempo lo stesso considera molti dei suoi collaboratori come dei veri e propri “mentori” da cui c’è sempre da imparare, come Sheryl Sandberg, Chief Operating Officer, e Dustin Moskovitz, il terzo impiegato assunto dall’azienda. Ma questo, come detto dallo stesso Zuckerberg può risultare efficace anche se applicato alle grandi organizzazioni per i suoi vari livelli e avere un sistema decisamente forte e stabile.

[Photo by Pixabay.com]

Jessica Rivadossi

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