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La storia della Cadillac: dalle origini a Elvis e Barack Obama

Cadillac
Ripercorriamo le tappe principali della storia di Cadillac, fondata venerdì 22 agosto 1902 a Detroit. Ecco tutta la storia e le curiosità.

Se chiedete ad un americano a quale marca di auto pensa quando si parla di lusso e raffinatezza ad altissimo livello, egli risponderà quasi certamente: Cadillac, senza pensarci nemmeno un attimo. Si tratta di una reputazione guadagnata in oltre un secolo di modelli altamente innovativi e di tale raffinatezza e qualità da non avere nulla da invidiare ai più prestigiosi marchi europei. Ripercorriamo quindi le tappe principali della storia di questa casa, fondata il 22 agosto 1902, un venerdì, a Detroit.

1902: nasce la Cadillac

Innanzitutto va sottolineato un dettaglio curioso quanto fondamentale. La nascita della Cadillac s’incastra in alcune circostanze che la rendono il crocevia da cui è partita l’intera industria automobilistica americana e, di conseguenza, la trasformazione della società mondiale nell’assetto che oggi conosciamo. Il flusso logico è il seguente: Cadillac – Ford – catena di montaggio – industrializzazione di massa – mondo contemporaneo.

Cadillac e Ford? Ma non era di General Motors? Sì, però questo è avvenuto dopo. Un po’ di pazienza e spieghiamo tutto. Nel 1901 Henry Ford trovò due importanti finanziatori per realizzare la sua aspirazione di produrre automobili: si trattava di William H. Murphy, grande industriale nel legname, e del manager Lemuel W. Bowen. Nacque quindi la Henry Ford Company, era il 30 novembre. La fabbrica, sempre a Detroit, si trovava fra Clark Street e Michigan Avenue, in un terreno delimitato da due linee ferroviarie. Quella fabbrica poi continuò a sfornare Cadillac fino alla metà degli anni ’80.

Cadillac e Ford

Però chi investe denaro di tasca sua di solito non ha molta pazienza. Quella poca che avevano Murphy e Bowen, la persero a causa di Ford, più attento alle corse che alla produzione di auto da vendere. Si arrivò ai primi dell’estate del 1902. Murphy e Bowen commissionarono una consulenza a Henry M. Leland, valente ingegnere e costruttore di motori a vapore per i tram di Detroit e di motori a benzina per uso marino; i prodotti della sua Leland and Faulconer avevano fama di grande efficienza e precisione meccanica.

L’intenzione dei due imprenditori era far valutare fabbrica e macchinari da Leland per vendere tutto e ritirarsi dall’impresa. Henry Ford, che dell’azienda era il capo ingegnere, la prese malissimo e abbandonò subito la compagnia. Trovò altri finanziatori (tra cui i fratelli Dodge) e di lì a poco avrebbe fondato la Ford Motor Company con cui avviò la costruzione del suo impero.

Leland eseguì la sua valutazione ma invece di chiudere convinse Murphy e Bowen a proseguire l’avventura. Lui avrebbe fornito il motore, un affidabile monocilindrico. Quindi la Henry Ford Company cambiò nome e diventò Cadillac Automobile Company. Abbiamo quindi dei destini indissolubilmente incrociati: senza Henry Ford non sarebbe nata la Cadillac, senza l’artefice della Cadillac non sarebbe nata la Ford Motor Company. Affascinante.

Le origini del nome Cadillac

Da dove arriva il nome Cadillac? Anche questa fu un’idea di Leland. Poiché si trovavano a Detroit, niente di meglio che rendere omaggio al suo fondatore: l’esploratore francese Antoine Laumet de La Mothe, Signore di Cadillac, il quale nel 1701 eresse lungo la riva nord del fiume Detroit l’avamposto fortificato da cui originò la città. Lo scudo impresso sul frontale di tutte le auto Cadillac richiama proprio lo stemma araldico della famiglia di Laumet.

Non si perse tempo. Ad ottobre era già pronto il primo modello, basato sul progetto di Henry Ford ma pesantemente rivisto. Era la Cadillac Model A: questo nome però le è stato attribuito in seguito dagli studiosi; al momento della sua uscita, nel gennaio del 1903, era chiamata semplicemente Runabout (piccola utilitaria a due posti). In una settimana vennero raccolti 2.286 ordini, la produzione venne esaurita subito. La macchina costava 750 dollari, non un’enormità.

Il suo successo immediato fu il marchio di fabbrica della Cadillac per tutti i 113 anni successivi: altissima qualità e raffinatezza. C’era tutta l’abilità di Leland dietro questa vettura. Tra i primi modelli ad usare parti intercambiabili, la Cadillac andava bene, non si rompeva e la sua manutenzione era economica. Il motore monocilindrico da 10 cavalli era un capolavoro di efficienza e potenza (lo chiamavano “il piccolo Ercole”); trasmissione e sterzo erano indistruttibili.

1905: Cadillac e Leland and Faulconer si fondono

Nel 1905 Cadillac e Leland and Faulconer si fusero e l’azienda cambiò nome in Cadillac Motor Car Company. Leland ne divenne il general manager. Le vendite proseguirono sostenute negli anni successivi, al punto da far diventare l’azienda in quel periodo il maggiore produttore al mondo. Ci volle il Modello T uscito dalla catena di montaggio della Ford per abbattere quel primato. Tuttavia per crescere ancora servivano capitali ingenti. Così nel 1909 la società venne venduta alla nuova conglomerata General Motors, nata solo un anno prima. La Cadillac venne trasformata nella divisione auto di prestigio. Era insomma il marchio premium del gruppo, secondo la terminologia odierna. In quell’anno GM era già una specie di moloch, perché oltre a Cadillac possedeva Buick, Oldsmobile e Chevrolet.

Nei decenni successivi la Cadillac spinse forte sull’innovazione tecnica. Nel 1915 produsse un motore V8 da 70 cavalli che spingeva le sue auto a oltre 100 Km/h, una velocità da brivido per le strade di allora. Nel 1928 introdusse la prima trasmissione con sincronizzatore. Nel 1930 estrasse dal cilindro uno stupefacente motore V16 da 165 cavalli, strapotente ma allo stesso tempo silenziosissimo. Successivamente il suo V8 a valvole in testa dettò lo standard di tutta l’industria americana.

1926: il primo cristallo infrangibile

Ma le innovazioni non erano solo meccaniche. Nel 1926 montò il primo cristallo infrangibile (nel senso che non andava in mille pezzi). Nel 1927 ci fu il primo tetto rigido in acciaio, mentre il resto del mondo copriva ancora le auto con pannelli di legno rivestiti in tessuto. In quel periodo Cadillac fu la prima a rivolgersi a disegnatori specifici per la carrozzeria. Negli anni Venti insomma Cadillac era già sinonimo di auto di lusso e perfette. A ridosso degli anni ’40 le vendite erano stellari. Un altro regalino tecnico prima della guerra: nel 1941 arrivò la prima trasmissione interamente automatica prodotta a livello di massa.

Finita la guerra si cominciò a spingere sempre più sullo stile. E qui arriviamo alla leggenda fra le leggende. Se all’americano di prima si chiede a cosa pensa quando sente la parola Cadillac, quasi sicuramente la sua risposta sarà: Eldorado.

Noi europei facciamo spesso fatica a comprendere cosa trovassero di straordinario gli yankees (detto in senso affettuoso) in quelle enormi corazzate su quattro ruote. E’ perché le nostre strade sono completamente diverse, strette e tortuose. Immaginiamoci sulle sterminate highways larghe, dritte e infinite, allora tutto acquista un senso.

La prima fu nel 1953, era la Eldorado Convertible. Praticamente tutte le star di Hollywood ne comprarono una (o più); i personaggi famosi di tutto il mondo la volevano, ne comprò una anche il generale Chiang Kai-shek, forse per consolarsi di essere stato costretto a fare il dittatore di Taiwan dopo che Mao lo cacciò quattro anni prima dalla Cina.

La Eldorado del 1953 costava 7.750 dollari, circa il doppio del modello da cui derivava (la Series 62). Disegnata da Harley Earl, la matita di tutte le migliori Cadillac fin dal 1926, inaugurò l’epoca delle “pinne” che sormontavano i lati del bagagliaio. Disponeva di vere rarità per l’epoca, come i tergicristalli, gli alzacristalli elettrici, il riscaldamento. Qualche anno dopo arrivò anche la radio a transistor. La popolarità e il successo della Eldorado furono tali che venne prodotta fino al 2002.

1955: Elvis Presley

Nel 1955 la Cadillac aumentò ulteriormente la propria fama nella cultura popolare grazie ad Elvis Presley. All’inzio di quell’anno, diventato da poco ricco grazie alle sue canzoni, comprò una Cadillac Fleetwood Series di colore rosa. Tuttavia venne distrutta in un incendio pochi mesi dopo. Allora ne comprò subito un’altra ma era blu.

Era luglio. In quel periodo la canzone “Baby, Let’s Play House” lo portò quasi al vertice delle classifiche di vendita; poiché nel testo della canzone si citava una Cadillac rosa, egli la fece ridipingere per donarla successivamente a sua madre. La celebre e originale Pink Cadillac è ancora oggi esposta a Graceland, l’ex residenza del cantante trasformata in museo.

I decenni successivi hanno visto una inarrestabile serie di modelli sempre più sofisticati ed esclusivi. Per tale ragione la Cadillac è stata per lungo tempo fornitrice della “First Car”, l’auto ufficiale del presidente degli Stati Uniti. Questo è un derby che va avanti con Ford e Lincoln dai tempi di Franklin Delano Roosevelt.

Fino ai primi anni di Reagan le favorite furono le Lincoln Continental. Nel 1983 la Casa Bianca vide l’ingresso della Cadillac Fleetwood. Bush Senior usò ancora una Lincoln, Clinton riprese la Fleetwood. Dal 2001, sotto George W. Bush, la vettura di elezione fu la Cadillac Deville. In questo periodo l’auto presidenziale assunse il soprannome di “The Beast”, la bestia, date le sue dimensioni strabordanti e l’apparato difensivo di un carro armato.

La Cadillac di Barack Obama

Il modello attuale, sempre chiamato bestia, è entrato in servizio il 20 gennaio 2009, per la cerimonia d’insediamento di Barack Obama. E’ una Cadillac e basta, perché non parte da alcun modello esistente. Viene costruita appositamente da zero, sotto specifiche segretissime. Si pensa che abbia un motore V8 turbo 8.1 a benzina.

Si presume che il suo peso vada da 15 a 20.000 libbre (da 6.800 a 9.100 Kg). Per questo riesce a raggiungere a malapena 60 miglia orarie (97 Km/h), percorrendo la bellezza di 3 Km con un litro quando va bene, meno di 2 nei casi peggiori (forse quando c’è Michelle a bordo).

La blindatura è da guerra totale. I soli vetri antiproiettile superano i 13 cm di spessore. La zona passeggeri è totalmente isolata dall’esterno, per proteggere il presidente anche in caso di attacco chimico. Si favoleggia di un armamento che comprende fucili a pompa, lanciagranate a razzo, un cannone sparalacrimogeni e granate fumogene speciali per ingannare i missili anticarro. La bestia porta a bordo bombole d’ossigeno e anche contenitori di sangue compatibile con quello del presidente. Il prezzo? da 300.000 dollari a 1.5 milioni. Assegno staccato dal Secret Service (che dipende dal dipartimento del Tesoro).

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[Photo free by Pixabay]

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