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Mudec: forme molteplici che racchiudono arte

Mudec Museo delle Culture
Il Mudec fa breccia negli occhi dei visitatori con le sue molteplici forme amalgamate ad una illuminante struttura di cristallo.

Il Mudec Museo delle Culture progettato da David Chipperfield, nasce da un’idea sviluppata nel 1999 dalla Direzione settore Musei del Comune di Milano. L’innovativa struttura di 17000 metri quadrati è stata progettata dal 2001 al 2007 e realizzata a partire dal 2008 fino all’anno solare 2015. L’inaugurazione si è tenuta il 26 marzo 2015. L’opera  situata in via Tortona 56 (nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo) nasce da un’innovativa partnership tra pubblico e privato, con l’obbiettivo di accogliere le collezioni etnografiche del capoluogo lombardo costituite da circa 7000 pezzi, insieme a mostre temporanee ed eventi culturali e formativi (come riporta Archisquare).

Mudec: le caratteristiche

Esteticamente parlando, il Mudec è in grado di far breccia sui suoi osservatori grazie alle sue molteplici forme rivestiste di zinco e titanio, amalgamate ad una illuminante struttura di cristallo. Al piano terra dell’opera architettonica sorge un bistrot, design store, guardaroba, una sala Forum delle Culture, sala conferenze, uno spazio adibito alla didattica, un laboratorio di restauro, ed infine i depositi. Giungendo al primo piano, passiamo attraverso il vero e proprio cuore del Mudec composto dalla sua speciale area espositiva ed auditorium, dotato di ben 300 posti a sedere. l secondo ed ultimo piano, si contraddistingue per la sua grande vivacità: il presente ristorante, funge infatti da tramite fra arte, cucina e le diverse performance artistiche correlate ad eventi organizzati.

Le mostre del Mudec

Il 27 marzo 2015, per rendere omaggio ad EXPO Milano, il Museo delle Culture ha inaugurato “AFRICA – La terra degli spiriti” e “MONDI A MILANO. Culture ed esposizioni, 1874 – 1940”, due mostre incentrate sul tema culturale posto all’infuori dell’Europa:

La prima esposizione (curata da Ezio Bassani, Lorenz Homberger, Gigi Pezzoli e Claudia Zevi) era arricchita da ben 270 opere relative ai diversi sguardi con i quali la cultura occidentale si è posta dinnanzi alle espressioni plastiche dell’Africa. Mondi a Milano, raccontava di come il capoluogo lombardo abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso dei suoi più rilevanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento sulla stregua delle internazionali Esposizioni Universali, fino alla loro riformulazione nelle Biennali e Triennali degli anni Venti e Trenta del Novecento (come riporta il sito ufficiale). Tra le rassegne più interessanti di questo periodo figurano “Barbie – The Icon” (dedicata alla bambola più amata di sempre) e “GAUGUIN. Racconti dal paradiso” (mostra incentrata sui capolavori realizzati dall’artista durante i suoi innumerevoli viaggi per il mondo).

[Photo by Stylology.it]

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